02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Giornale

La carica delle sommelier “Emozione ed empatia” … Il vino raccontato da Bertini, Bivona e Rossi, alla guida delle cantine di ristoranti di prestigio… L’altra metà del vino. Ma anche, forse, il suo futuro. Son dovuti passare 2000 anni perché bere vino per una donna fosse ritenuto accettabile (era precluso alle matrone oneste in Grecia e nell’antica Roma) ma oggi il consumo, in declino tra gli uomini, cresce nel gentil sesso. E seppur in minoranza, finalmente si vedono al ristorante sempre più sommelier donne, anche a livelli altissimi: Estelle Touzet al The Ritz di Parigi, Paz Levinson, chef sommelier del gruppo Anne-Sophie Pic che per lei evoca “quella visione femminile del vino”, Virginie Routis che dal 2007 preside la cantina dell’Eliseo forte di 14mila, blasonatissime bottiglie. In Finlandia e Corea sono la maggioranza secondo l’Association de la Sommellerie Internationale, sfiorano la parità in Sud America, Asia e Nord Europa ma scendono al 30 per cento in Francia e al 21 nei Paesi Bassi. In Italia Ais dichiara che nel 2022 le associate sono salite al 35,9 per cento. Aumenta anche la presenza nei corsi “anche se - ammonisce Valentina Bertini, prima donna a essere premiata come sommelier dell’anno dalla Guida L’Espresso e dal 2019 Win e Manager del Gruppo Langosteria - la maggior parte non ne fa una professione”. Che non sia tutto rose e note floreali lo si capì quando a fine 2020 scoppiò lo scandalo alla Court of Masters Sommelier americana, con denunce di molestie sessuali da parte delle allieve e conseguente dimissioni di parte dei vertici della prestigiosa associazione. Luci e ombre insomma, ma possiamo parlare di discriminazione? “Non per me - dice Bertini - anche se all’inizio ho fatto fatica a trovare posto per ché erano tutti uomini. Ma da quando sono arrivata a Milano non ho avuto problemi, però certo devi dimostrare di essere più brava, quel qualcosa in più per giustificare l’assunzione rispetto a un uomo”. Valentina Bivona, classe 1996, dal 2019 è direttrice di sala da Zia Restaurant a Roma. “Non nascondo di avere fatto i conti con atteggiamenti diffidenti da parte di alcuni clienti abituati al sommelier uomo, ma per me è stato uno stimolo a svolgere il mio lavoro con competenza e passione”. “Non ho ricordi di aver avuto difficoltà al ristorante - spiega Marika Rossi, sommelier del neostellato Suinsom di Selva di Val Gardena dopo 11 anni a Londra, dove tra gli altri ha lavorato all’Orrery e al Murano con Gordon Ramsay - ma sicuramente quando partecipavo alle degustazioni o ai seminari mi sentivo gli occhi puntati addosso. La competenza di una persona si capisce appena inizia a parlare. I,o studio e la ricerca sono l’unico modo per superare qualsiasi barriera, insieme a una fondamentale dose di umiltà”. Sta nascendo, forse proprio grazie alla diversità di genere che porta nuovi approcci, una figura di sommelier le cui doti sono l’empatia “in pochi minuti si deve entrare in sintonia per consigliare il giusto vino al cliente”, conoscenza delle lingue, grande cultura “sul vino e non solo”, racconto più che inutili tecnicismi. Le donne lo fanno meglio? “Magari perché abbiamo il dono della sintesi e non soffriamo di celato senso di inferiorità”, scherza Bertini, mentre Rossi parla di una” naturale predisposizione a parlare e a emozionarsi”. Un momento in cui la differenza tra i sessi dilaga è l’assaggio. Quando c'è una coppia si va diretti sull'uomo? “Assaggia chi ordina il vino, la regola è questa”, taglia corto Bertini”. Io faccio assaggiare almeno due commensali: preferisco dividere le responsabilità, sia tra coppie sia tra amici”, azzarda Bivona. “Alcuni ospiti scelgono il vino e lo fanno assaggiare alla compagna: lo trovo un comportamento molto elegante”, consiglia Rossi. Perché non è una gara di degustazione e tutti i commensali devono stare bene. Attenzione poi a chi sceglie. “Purtroppo capita ancora che se c’è una donna al tavolo l’uomo va su rosati, vini fruttati e profumati pensando siano da donna”. La differenza di approccio? La donna sceglie un vino se ne capisce, l’uomo anche se non ne sa nulla deve fare la sua performance. Come sommelier la differenza di palato non esiste”, chiosa Bertini. Prosit.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su