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Il Giornale

Con i vini del Trentino un viaggio tutto d’un sorso … In vacanza tra vigneti, palazzi e sapori autentici. Ecco tutte le etichette da non lasciarsi scappare… Bello e buono. Il Trentino è così. Una regione dalle dimensioni contenute che in sé concentra infinite bellezze paesaggistiche ed eccellenze enogastronomiche. Due facce della stessa medaglia che possono diventare l’invito per una vacanza nella natura da gustare, anzi da degustare, giorno dopo giorno, attraverso i profumi e i sapori tipici del luogo intervallati da panorami incontaminati, affascinanti vigneti, palazzi storici e musei contemporanei. Proprio questa è la più antica e allo stesso tempo più recente vocazione di questo spicchio di Italia settentrionale, mai come ora destinazione ideale per lunghi break, magari complice lo smartworking, ponti e weekend. “Il Trentino ha molto da offrire in tutte le stagioni”, esordisce Graziano Molon, direttore del Consorzio Vini del Trentino (www.vinideltrentino.com). “Il nostro obiettivo è coniugare vino, cibo, esperienze e territorio per raccontare il vino attraverso tutto quello che lo circonda”, continua Molon. Da dove partire? Un tour breve ma intenso per scoprire le etichette locali più tipiche e rinomate si muove lungo la cosiddetta Strada del Vino e dei Sapori del Trentino (www.tastetrentino.it). in un percorso ideale di tre giorni adatto a tutti. Dal Lago di Garda si sposta verso la Val di Cembra e, poi, dalla Vallagarina arriva in Piana Rotaliana, passando attraverso le colline di Trento e sfiorando le cime dolomitiche. Di territorio in territorio, svela cinque vini “testimoniai”: Marzemino, Nosiola, Trentodoc, Müller Thurgau e Teroldego Rotaliano. Entrando nel dettaglio, si parte in Vallagarina. È la porta meridionale del Trentino ed è costellata di borghi, castelli e, soprattutto, vigneti. Se “chi ben comincia è ma metà dell’opera”, vale la pena visitare subito una cantina di Marzemino, vino simbolo del territorio, decantato addirittura da Mozart nel Don Giovanni, per poi tuffarsi alla volta del Lago di Garda. A seguire, tappa in Valle dei Laghi per visitare una delle tante aziende che producono l’autoctona Nosiola e scoprire così l’affascinante storia del Vino Santo, prezioso passito che si produce solo in Trentino. Sul far della sera, il suggerimento è chiudere la giornata in bellezza, con una passeggiata sulle sponde del Lago di Toblino. Il viaggio prosegue poi alla scoperta di Trento e del Trentodoc metodo classico. Nato a inizio Novecento dall'intuito di Giulio Ferrari, si basa sulla rifermentazione in bottiglia, ovvero un prolungato riposo su lieviti selezionati. Bianco o rosato nelle versioni brut, millesimato e riserva, queste bollicine di montagna sono il riflesso del lavoro eseguito ancora a mano, del clima e della terra che solo da queste parti riesce a esprimersi in bottiglia così, dando davvero il meglio di sé. Da sorseggiare in uno dei tanti indirizzi nel centro storico della città del Concilio, che colpisce per le vie cinquecentesche e i palazzi affrescati. Da qui al MUSE-Museo di Scienze Naturali, progettato da Renzo Piano, il passo è breve e l’interesse alto. L’itinerario continua in Val di Cembra, zona a nord-est di Trento conosciuta nel mondo per gli affascinanti terrazzamenti vitati del Müller Thurgau, vitigno che qui ha trovato la sua culla naturale. Dopo una visita in una delle piccole aziende agricole del territorio, ci si può rilassare con una passeggiata tra i vigneti, per godere del panorama che si snoda tra piccole strade e muretti a secco. A reggere il confronto con il pittoresco scenario la distesa di vigneti della Piana Rotaliana. È definita “il più bel giardino vitato d’Europa” e racchiude il segreto del successo del Teroldego Rotaliano, principe dei vini trentini nonché prima DOC riconosciuta della provincia.

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