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Il Giornale

Burtin, l’Italia ha un nuovo-vecchio Champagne … Di Champagne non ce n’è mai abbastanza (e ci mancherebbe altro) e allora in alto i calici per Maison Burtin, che sbarca in Italia - dove finora non era distribuita - con le sue cuvée eleganti e territoriali, caratterizzate da una vinificazione basata sull’affinamento dei vini di riserva tramite il metodo Solera - detto anche invecchiamento dinamico - che consente di garantire una qualità costante del prodotto nel tempo. Maison Burtin ha presentato in anteprima i suoi vini in Italia nel corso di un pranzo nel ristorante milanese di Andrea Berton. L’occasione per me per scoprire una maison fondata da Gaston Burtin nel 1933 e che in novant’anni di vita ha sempre coniugato avanguardia e tradizione, pionierismo e discrezione (“Be bold and say little”, sii audace e parla poco, il motto di monsieur Burtin). Oggi la maison, che vuole trovare il suo spazio nell’ampio territorio tra i grandi e blasonati brand e i piccoli manipulant-récoltant, è di proprietà dello storico gruppo Lanson-BCC, con sede a Epernay, una delle “capitali” della Champagne. Ho assaggiato le quattro etichette dedicate al fondatore, nella linea “Hommage á Gaston Burtin”: il Brut, il Brut Rosé, il Blanc de Blancs 2017 e il Brut 2014, tutte frutto di singole varietà e di assemblaggi molto attenti. Il Brut è un assemblaggio classico (39 per cento Pinot Meunier, 24 Pinot Noir e 37 Chardonnay) ed è una bolla tutta in discesa, adattabile a tutti gli umori e seduttiva. Il Brut Rosé ha una prevalenza di Meunier, la cenerentola della Champagne che ormai è stabilmente a corte: un vino caratteriale, non banale, con un naso di piccoli frutti rossi e una bocca piena e bilanciata. Il Blanc de Blancs 2017, millesimato di sole uve Chardonnay, è uno Champagne dalla silhouette stilisticamente perfetta, agrumato e minerale: pura eleganza. Infine il Brut Vintage 2014, da vigneti Grand Cru e Premier Cru, è complesso e nitido, un campione di complessità. Nota di merito per le etichette, ricche di informazioni. “Abbiamo deciso di essere completamenti trasparenti nei confronti del consumatore finale”, dice con orgoglio Frédéric Olivar, ceo e direttore generale dell’azienda.

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