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Il Giornale

Cesarini Sforza, tutta la nobiltà del Trento doc … Azienda relatativamente recente (è nata quasi cinquant’anni fa, nel 1974) ma dal cuore antico (la famiglia era originaria del dicato di Trento e si trasferì due secoli fa nell’allora Principato Vescovile di Trento visto che Filippo aveva assunto il ruolo di podestà) Cesarini Sforza possiede uno dei più affascinati panorami enologici italiani, nel cuore del Trento doc, dove nascono tra i migliori spumanti metodo calssico italiani. Il fondatore Lamberto Cesarini Sforza, aiutato da un ristretto numero di soci e amici, selezionò alcuni vigneti di uve Chardonnay e Pinot Nero di qualità, e si dedicò personalmente - seguendo la tradizione agricola della famiglia - a migliorare di anno in anno la conduzione e la produzione: dal 1976, quando nacque il primo spumante Cesarini Sforza elaborato secondo il Metodo Classico o oggi è stata una crescita inesorabile, che è passata attraverso l’arrivo, nel 1985, del primo Rosé Metodo Classico proveniente da uve di Pinot Nero coltivate sulle colline della Valle di Cembra (oggi una cosa consueta, ma allora fu davvero un atto punk) e, l’anno dopo, nel 1986, la nascita della prima Riserva Aquila Reale prodotta utilizzando solo uve Chardonnay coltivate sopra i 500 metri, tuttora prodotto di punta (e premiatissimo) dell’azienda. La mia attenzione negli ultimi tempi si è appuntata in particolare sui vini della linea 1673, tutte mirabili. Il 1673 Riserva, un blanc des blancs prodotto con le migliori uve Chardonnay provenienti dai vigneti d’altura più vocati della Valle di Cembra, ha una silhouette aromatica estremamente caratteristica, appuntita dalla grande escursione termica tra il giorno e la notte, mitigata dall’Ora del Garda che si incanala nella valle: un vino minerale e delicato, ma davvero interessante. Come il 1673 Rosé, un Pinto Nero al 100 per cento che fa sessanta mesi sui lieviti e che ha eleganti note al naso di rosa, di spezie delicate, di marzapane. In bocca è sapido e nervoso. Infine il 1673 Noir Nature, un altro blanc des noirs da uve solo Pinot Nero a cui il dosaggio zero dona verticalità e masticabilità, per un sorso difficilmente dimenticabile.)

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