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Il Giornale

Un’estate tutta da bere. Dieci etichette da mettere in fresco … Due bolle, cinque bianchi, un rosé e due rossi per tanti abbinamenti con le nostre vacanze… Dieci vini per l’estate. Due bollicine, cinque bianchi, un rosato e due rossi leggeri, magari da bere leggermente rinfrescati, come da uso ormai sdoganato anche dalla critica più accigliata. Consigli di stagione di cui credo non vi pentirete. Le bollicine. Partiamo da Conegliano, terra del miglior Prosecco. Qui Masonino, azienda guidata fin dal 1946 dalla famiglia Dal Bianco, produce vini di altissima qualità, con il vanto del territorio di Ogliano, una delle 43 “rive” che rappresentano dei cru di assoluta ecccellenza anche grazie alla vendemmia a mano e alla resa per ettaro inferiore al consueto. Da qui arriva l’RDO (che sta appunto per Rive di Ogliano) declinato nel Niente, un brut millesimato da 100 per cento Glera con basso residuo zuccherino, elegante e longevo (il Levante è invece un extra dry più accomodante). Spostiamoci in Trentino, con Roeno, azienda veneta che però qui produce il Dèkatos, un Trento doc Riserva Brut Nature millesimato da uve 100 per cento Chardonnay che riposta sui lieviti ben centoventi mesi. L’annata 2012 è un capolavoro di finezza ed espressività che vale la pena di cercare una delle 1.500 bottiglie prodotte. Tutti i colori del bianco. L’estate è la stagione di bianchi, di cui vi consigliatno cinque etichette in crescendo. Partiamo dal Nina di Ca’ di Rajo, un Manzoni Bianco (vitigno che rappresenta l’incrocio di Pinot Bianco e Riesling Renano) della denominazione Piave, che fa 20 per cento di barrique per quattro mesi i e nell’annata 2021 è tropicale al naso e voluminoso in bocca. Un campionci no a un - prezzo accessibile (poco meno di 10 euro). Spostiamoci I nella villa cinquecentesca ) dell’azienda Venturini Baldini di Quattro Castella nel Regiano: il T.E.R.S. valorizza la ) Spergola, un poliedrico quanto antico vitigno autoctono che - dopo anni di trascuratezza sta . conoscendo una nuova rilevanza: di solito utilizzato nelle versioni frizzanti, qui è invece un fermo che macera per 12 mesi in tini di rovere e ne esce piacevolmente agrumato e speziato, in bocca, lievemente balsamico. Un salto in Alto Adige alla cantina Andrlano (Kellerei Andrian) per scoprire il Sauvignon Blanc Andrius che matura per sei mesi sui lieviti per l’80 per cento in fusti di inox e per il resto in tonneaux di rovere: al naso sentori di sambuco e salvia, in bocca un bell’equilibrio tra acidità e struttura. Voliamo in Sicilia, in particolare sull’Etna, dove la cantina Duca dl Salaparuta produce il Lavico, che nella versione bianca è un Carriccante di grande personalità; in particolare l’annata i 2022 è magnificamente iodato , e minerale, di grande classe. Infine in Toscana per assaggiare il Poggio alle Gazze dell’Ornellaia, che nell’annata 2021 è i composto da un 72 per cento a di Sauvignon Blanc, da un 16 di Vermentino e da un 6 ciascuno di Viognier e di Verdicchio. Al naso note agrumate e tropicali, con la piacevole nota di erba appena tagliata, la bocca è eleganza pura, ma con che potenza! Un rosato per gradire. Ho scelto un rosato di una delle le terre più vocate per questa - tipologia, il Salento. Da Torrevento arriva il Castel del Monte Primaronda nell’annata – 2022 un blend di Bombino Nero e Montepulciano che esibisce un colore rosato corallo, un naso estremamente fine di piccoli frutti rossi, dí melograno , di spezie, è una bocca asciutta ed elegante. Due rossi di stagione. Il rosso non è il colore enologico di stagione, ma non posso ecluderlo. Così ho scelto due etichette eleganti e “rinfrescabili”. Come lo Schioppettino di Prepotto dell’azienda Colli dl Polanis (siamo nel Friuli), che valorizza una sorta di cru di un vitigno autoctono a bacca rossa estremamente iden ti tario e molto antico. Al naso è fruttato (ribes, mirtilli), con note speziante di pepe verdi e di cannella e bocca morbida e avvolgente. Chiudo tornando in Alto Adige per proporvi un’etichetta di uno dei miei vitigni prediletto, il Pinot Nero, nella elegantissima versione del Barthenau di Hofstatter, espressione di un cru in località Mazon con vigne anche di 55 anni. Le ive fanno dapprima 12 mesi di botti piccole, poi altretanto di botte grande e poi riposa per un po’ in bottiglia. L’edizione 2018 è di stile borgognotto, eleganza pura, tannini evidenti ma vellutati, aromi assai concentrati, bocca nervosa.

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