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Il Giornale

Le Macchiole e l’eleganza del Paleo… Ora che il Cabernet Franc è di casa a Bolgheri e sedici aziende lo producono con risultati tra il buono e l’ottimo è il momento giusto per tributare il merito all’azienda che per prima ebbe l’intuizione di puntare forte su questo vitigno caratteriale ed elegante, spesso considerato difficile da gestire in purezza. Parliamo delle Macchiole, l’azienda di Cinzia Merli che, con l'aiuto dei figli Elia e Mattia, persegue l’obiettivo di dare una veste contemporanea a un terroir che incarna in modo impeccabile la tradizione toscana. Le Macchiole è cambiata già tante volte nei più o meno quarant’anni della sua vita e il vino che incarna meglio questa inquietudine feconda è il Paleo Rosso, prodotto per la prima volta nel 1989 con il classico taglio bolgherese, nel 2001 è diventato un Cabernet Franc in purezza riscuotendo già dalle prime uscite un successo di critica e di pubblico. Un pranzo milanese nel ristorante di Andrea Berton è stata l’occasione per una retrospettiva vertiginosa di questo vino, dalla prima annata “cabernetfranchizzata”, quella del 2001 per l’appunto, all’ultima pro dotta e ancora non disponibile sul mercato, la 2020, con tre tappe intermedie: 2005, 2008 e 2012. Cin que episodi legati da un filo rosso evidente eppure assai differenti
tra di loro, a dimostrare come Cin zia e i suoi collaboratori abbiano mano felice nel lasciare il giusto spazio all’annata e al territorio senza forzare nella ricerca di uno stile ingessato. Il Paleo Rosso è meno verde e acerbo rispetto a molti Cabernet Franc e spicca con differenti palette di annata in annata e per l’incedere elegante e senza inciampi. Un grande di Toscana, senza dubbi.

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