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Il Giornale

Cenerentola fa cin cin. La strana storia di un vino dedicato a una fiaba ... Partiamo da Cenerentola per raccontare la storia di Donatella Cinelli Colombini. Che cosa c’entri Cenerentola è presto detto: c’era una volta infatti un antico vitigno a bacca rossa denominato Foglia tonda, presente soprattutto nelle aree agricole del sud della Toscana, nobile dell’aspetto quanto nei profumi tanto da farlo assomigliare al francese Petit Verdot, che rischiava la scomparsa fino a che Donatella non ne scovò, abile Sherlock Holmes enoica, qualche vite nei vigneti di proprietà della Regione Toscana. Da qui lo studio e la produzione di barbatelle per arrivare alla nascita della Denominazione di origine Orcia e, dal 1 gennaio 2003, la messa in commercio di 5.000 bottiglie di Cenerentola, tutto marchio Cinelli Colombini, che “nasce in mezzo ai fornelli, alla cenere ma poi arriva il principe azzurro e tutto cambia” sono le parole di Donatella che in questo caso veste con orgoglio gli insoliti panni di principe. Ora l’interesse per questo vitigno, titolato dalla nuova Doc, per informazioni 0577/662108 si è risvegliato ma onore al merito di chi con tenacia e determinazione ha tirato giù muri e aperto nuove strade nel mondo del vino. Quasi gli stessi muri che le è toccato, in sorte ereditaria, buttare giù completamente perché in rovina, e poi tirare su per far del Casato, l’avveniristica azienda vinicola che, insieme alla Fattoria del Colle a Trequanda, un suggestivo centro agrituristico, gestisce in maniera autonoma dal 1998.

Qualche anno prima invece, era il 1993, si mise alla testa di uno sparuto gruppo di produttori sparsi su tutto il territorio italiano, lo scopo era di unificare nella stessa giornata, la festa dell’apertura straordinaria al pubblico delle loro cantine e nacque così il primo evento, Cantine Aperte, del Movimento del turismo del vino. Fu un successo al di fuori di ogni aspettativa e l’inizio di una vera e propria rivoluzione che interessava allo stesso tempo le aziende vinicole e tutto il settore turistico. Fino a quel momento esistevano solo 25 cantine in Italia disposte ad aprire le loro porte a chi era interessato a un giro tra le botti, ora le aziende che aderiscono al movimento sono circa 700 con un vertiginoso giro d’affari mimliardario e ben 5 milioni di enoturisti: “La scommessa di trasformare l’Italia del vino” spiega Donatella Cinelli Colombini “da territorio quasi sconosciuto a una nuova frontiera del turismo, è ormai vinta: dal ’93 a oggi siamo riusciti a rivoluzionare il modo di fare vacanza, a lanciare un nuovo modo di viaggiare e a creare un trend di viaggiatori colti e golosi” ... (pubblicato su "Il Giornale" del 30 giugno 2002)

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