Il Giornale

Antinori, Bellavista e Carpenè, l'abc del brandy alla riscossa ... L’Abc del brandy di qualità oggi: Antinori, Bellavista, Carpenè. Se questo distillato avrà un futuro, dopo avere avuto un glorioso passato e un gramo presente, sarà per merito loro. E dire che il passato è ben vicino a noi. In fondo, il brandy italiano è stato stampato solo 15 anni fa, nel 1987 a Firenze, ma il volume edito da Alinari e firmato da Luigi Papo ad aprirlo oggi sembra una reliquia ultradatata, la celebrazione di un superalcolico che come prodotto di massa e di successo non esiste più. Sopravvivino delle etichette, la cui diffusione, più in drogherie e supermercati che enoteche e winebar, non lascia nemmeno intravedere la gloria che fu. Primo distillato a entrare in crisi a livello di grandi numeri, è stato protagonista di una degustazione a inizio febbraio a Roma, un evento che nelle speranze di chi lo ha organizzato, la Carpenè Malvolti di Conegliano Veneto ( Treviso), deve segnarne la rinascita. Ma, attenzione, non certo alle voci vendite e consumi, quanto a prestigio. “E’ un oggetto assolutamente di nicchia”, avvisa Etile Carpenè, che quantità e fatturato li fa grazie al Prosecco. Non solo la casa veneta: c'è il distillato di vino Bellavista e c'è il brandy Antinori, altre due aziende leader nei rispettivi campi, le bollicine e il vino rosso ... Di moda fino a 15 anni fa, fu il primo distillato ad entrare in crisi. Torna ora come prodotto di nicchia ... Grazie anche ad una degustazione a Roma, condotta da Antonio Paolini, giornalista, e Silvano Samaroli, guru del whisky, bravi a selezionare tre antiche annate di brandy conservate nella cantina di Carpenè Malvolti. Da brividi le annate: 1938, 1943 e 1968, l'anno di imbottigliamento dopo 8 anni di botte. Più la selezione 121, un blend tra il millesimo 1954 e 1967 ...