02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Giornale

La scommessa di Montescudaio: offrire un buon vino toscano senza svuotare il portafogli del cliente ... La Toscana del vino per tutti, casalinghi e astemi compresi, è il Chianti, per molti è anche il Brunello e per alcuni pure Bolgheri con le sue supereccezioni, Sassicaia, Ornellaia, Masseto, Paleo, che strappano consensi estremi e prezzi da capogiro. Però ci sono anche altre fetti di Toscana che lavorano, sognano e producono. Possono avere già toccato i vertici assoluti della qualità, vedi Castellina Marittima per via del Lupicaia, o esserci molto vicine, vedi Scansano con il Morellino e San Gimignano con la Vernaccia. Va da sé che in una regione così frammentata, dove nessuno si sente in prima battuta toscano si sente in prima battuta toscano perché ognuno ha un campanile, amato, nel cuore e uno, odiato, nel mirino, ci siano diverse altre realtà. Una la ritroviamo tra Cecina, livornese, e Volterra, pisana, lungo una valle, la Val di Cecina, intitolata a un fiume in via di estinzione se così si può diredi un corso d’acqua (e non per colpa della siccità 2003). La denominazione di riferimento, a prevalenza Sangiovese, è quella di Montescudaio, abitanti poco meno di millecinquecento, una delle prime in regione in ordine di tempo (fu istituita nel 1977) ma non di qualità tanto che il motto durante fiera e convegno dello scorso fine-settimana er “facciamoci conoscere”.
Cecina è facile da raggiungere grazie all’Aurelia, subito dopo o subito prima di Rosignano a seconda della direzione. Per Volterra bisogna invece armarsi di pazienza perché sita 40 km all’interno, in pratica alla testata di una valle che Carlo Cassola ha cantato in Ferrovia locale. Era il 1968 e come ha ricordato con passione un altro Carlo, Cambi, “qui la storia parte dagli Etruschi e se i produttori non riescono a vendere i loro prodotti sfruttando tutto il ben di dio di cui sono circondati, vuole solo dire che sono degli incapaci”. Quella del reponsabile dei Viaggi di Repubblica è una provocazione, ma ogni provocazione ha un fondo di verità ... Al di là di vip e di top-wine, Montescudaio è già in grado di proporre buoni vini rossi e validi bianchi che regalano prime emozioni senza svuotare il portafoglio del cliente: i rossi non costano mai più di 15 euro. E alla zona non potrà che giovare l’associazione: Grandi cru della Toscana con sede a Bolgheri, 0565/749705, da Massa Carrara a Grosseto csì come il prossimo allargamento dei confini della Doc, in direzione Volterra per squisiti mitivi turistici. Tuffandosi nella storia si vuole far scordare i decenni a tutta chimica. Qui nacque la Montecatini, divenuta poi Montedison, allaora una fortuna, oggi un brutto ricordo da cui affrancarsi.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su