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Il Giornale

Gli Usa frenano il cibo italiano: complicato e costoso esportare con la legge anti-bioterrorismo. Non bastava il dollaro debole a mettere i bastoni tra le ruote dell’export italiano verso gli Usa ... Da domani chi vende prodotti alimentari, anche di altissima qualità, troverà una nuova barriera per l’ingresso sul mercato americano: la nuova legge contro il bioterrorismo, varata nel giugno dello scorso anno con lo scopo di controllare in maniera dettagliata le importazioni, comprese quelle di prodotti agricoli e alimentari. Confragricoltura nota che la “complessità burocratica e l’obiettivo aumento dei costi a carico delle aziende che esportano negli Usa, si tradurrà inevitabilmente in una minore competitività delle nostre produzioni, già messe a dura prova dal caroeuro”. “Sarà causale? – si chiede Francesco Mazzei, dell’azienda Castello di Fonterutoli (Chianti) - L’impressione è che gli Stati Uniti si stiano dando da fare per complicarci la vita”. L’azienda produce mezzo milione di bottiglie l’anno, di cui il 20% finisce in Usa. E adesso? “Bisogna adeguarsi, tutto passa attraverso l’importatore: noi facciamo le pratiche, lui si accolla buona parte degli oneri, ma per noi è comunque una grossa perdita di tempo”. Ad “adeguarsi” è anche la Banfi, uno dei grossi nomi del settore vinicolo: secondo il direttore generale Enrico Viglierchio, per ottenere, il certificato richiesto sarà necessario fornire una serie di informazioni su tutta la filiera, dall’origine fino all’importatore. “Ottenere il certificato non è complicato, ma costa 500 euro. Se si calcola che ci sono 40mila aziende esportatrici negli Usa, la somma che va al fisco americano è imponente. I problemi sorgeranno per le aziende prive di certificazione: i prodotti saranno sottoposti a una serie di controlli non indifferenti, i container saranno aperti, e il contenuto ispezionato e analizzato”. Quindi è davvero una barriera all’import? “Sicuramente è un modo per fare i soldi – afferma Viglierchio – e sicuramente complica molto la vita. Ma c’è anche una paura forbica del terrorismo: se capitasse in Usa quello che capita alla nostra acqua minerale se la prenderebbero già con gli iraniani”.

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