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Il Giornale

Difficile trovare un rosato ispirato fuori dal suo guscio, lontano
dalla Puglia e dalla Provenza, intendo. Eppure il Piemonte
mostra una vocazione tipologica che merita l’attenzione
dei “rosatisti” più incalliti. Dimenticate, dunque, gli scialbi
rosé da “spiaggia”. Aspettatevi, invece, vini “pallidi” solo
all’apparenza: sotto mostreranno sostanza e carattere sorprendenti.
Come l’Elatis 2007 di G.B. Burlotto a Verduno,
0173.470122. Prodotto con una breve macerazione dei
mosti di barbera, nebbiolo e pelaverga, miscela le qualità
dei vitigni protagonisti, lo spirito incisivo dei rossi di Langa,
e il tipico garbo dei rosé di rango. Come il Nebbiolo Rosato
Majoli 2006 dei Sella a Lessona nel Biellese, aziendeagricolesella@virgilio.it, 015.99455, esotico al naso, vivo, sapido
e piacevolmente rugginoso al palato. Come il Bricco Lorella
2007, un nebbiolo in rosa di golosa passione prodotto con
mano felice dagli Antoniolo sui porfidi di Gattinara, nell’Alto
Vercellese, 0163.833612, antoniolovini@bmm.it.

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