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Il Giornale

Un’estate bianca, rossa o rosé ... I mesi caldi sono ideali per andare alla scoperta di vini a volte snobbati
dalla piacevolezza del Pagadebit in Romagna ai Cerasuolo abruzzesi... L’estate spinge perfino l’amatore
più esigente a vagabondare
in tipologie enologiche alternative.
Ea fare scelte opposte a quelle
invernali: basta etichette impegnative
e spazio a quei vini che
meglio si abbinano alla bella stagione.
Sono tanti i luoghi del vino
italiano che ne producono di meravigliosi.
Veri e propri vini estivi,
mad’autore: bianchi, rossi, rosati
di raffinata bevibilità, dissetanti,
godibili. Trasparenti, oserei
scrivere: senza il peso di profonde
estrazioni in fase di costruzione
e senza lunghe evoluzioni in
bottiglia, portano a galla prima
d’ogni altra cosa tanto il timbro
delle uve che ne compongono
l’ossatura, quanto la matrice del
territorio che le ha alimentate.
Sussurrati, allusivi, mai sottolineati,
appassionanoin virtù di un’energia sotterranea che si dissimula
dietro una facilità d’approccio che li rende dimessi,
conversativi.
Sono etichette in genere poco
consacrate dalla critica, poco
frequentate dai collezionisti più
fanatici, e poco stappate nei posti
glamour. I migliori, però, sapranno
essere vicini alle corde degli
appassionati in cerca di vini di spirito,
senza fronzoli. Da bere. Si
muoveranno sulle punte e subito
vi parranno sottili, essenziali nei
tratti, addirittura scarnificati nella struttura.
La loro leggerezza appagherà
la sete, lasciando pure
trillare la personalità di terroir autentici.
Tra i bianchi è adorabile il tratto
sottile quanto persuasivo del Roero
Arneis Bricco dei Ciliegi 2008
di Giovanni e Federico Almondo,
0173.975256, interpreti raffinati
del bianco piemontese più noto
del momento. Sempre in Piemonte,
la straordinaria vitalità del Gavi
di Gavi Bruno Broglia 2007 della
Tenuta La Meirana, 0143.
642998, è sorprendente: vino di
slancio, di classe e di passione minerale fuori
dal comune. In Romagna,
altra terra di rossi per antonomasia,
salta all’occhio la pregevole
interpretazione del povero Pagadebit
di Romagna San Pascasio
2008 di Campo del Sole, 0543.
444562, di citrina versatilità e
agrumata vitalità. In Campania il
Greco di Tufo di Pasqualino Di
Prisco, 0825.475738, si lascia
sempre bere di gusto.
Al contrario di ciòche si è portati a credere,
anche tra i rossi esistono
interpretazioni estive di valore.
Come la squisita Schiava Karneid
2008 di Franz Gojer,
0471.978775, rustico e popolare
vitigno dell’Alto Adige che nelle
mani di questo vignaiolo si fa rosso di
filigrana, sottilissimo, gustoso,
dotato di eccitante sapidità.
Una passione che emerge anche
nel bicchiere del mitico Nebbiolo
d’Alba Valmaggiore 2007 che Luciano
Sandrone, 0173.560023,
produce con le uve della vigna
eponima di Vezza d’Alba, uno dei
comuni più importanti di tutto il
Roero viticolo. Una passione - e
una bevibilità - questa volta di matrice
mediterranea, che si fa addirittura travolgente quando in
Sicilia
si dà spazio al Frappato 2008 di
Cos 0932.876145, di delicatezza
floreale fuori dal coro, lontano anni luce
dai rossi mollicci e internazionali che appesantiscono il
profilo
stilistico della regione.
I rosati, faccia da rosso e corpo
da bianco, sono vini prettamente
estivi. Tra le bollicine, al di là dei
soliti nomi e dietro una miriade di
bottiglie innocue, occorre dare
più di una chance al sassoso e granitico
Franciacorta Rosé Dosaggio
Zero di Andrea Arici, 030.
2770596, vignaiolo da seguire nella
zona orientale della denominazione
bresciana. Nella tipologia
tranquilla meritano un sovrappiù
di attenzione i migliori Montepulciano
d’Abruzzo Cerasuolo 2007.
Nelle selezioni di Praesidium,
086.445103, di Italo Pietrantonj,
0864.727102, e di Cataldi Madonna,
0862.954252, è impossibile
non registrare un alto indice di
personalità. Le uve si coltivano
nella montuosa e sfortunata campagna
dell’Aquilano, terra del vino
che oggi più che mai va conosciuta
e sostenuta.

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