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Il Giornale

La Madonna Nera
dal tavolo dei leader
alle cene d’estate ... Il vino bevuto al G8 arriva dalla Toscana con mistero:
non si conosce il nome del proprietario della cantina... Si sprecano nel mondo cristiano le statue e le icone che celebrano
la Madonna Nera, da quella
di Loreto nelle Marche a quella
polacca di Czestochowa, fino alla Madonna Nera che non ti aspetti
e che tutti abbiamo scoperto
grazie al recente G8 dell’Aquila.
E, attenti, non è affatto un oggetto
di culto (e se lo diventerà sarà
di natura pagana), bensì di meditato
e consapevole consumo. La
Madonna Nera offerta ai capi di
Stato nel vertice abruzzese è un
vino, un rosso che arriva dalla Toscana,
da una Montalcino che, fatte le
debite proporzioni, ha vissuto
anch’essa le sue traversie legate
alla terra, a quel Brunello che il
disciplinare impone di sola uva
Sangiovese e che alcuni produttori hanno mischiato
a uve cosiddette
internazionali per renderlo
più appetibile sul mercato americano.
La Madonna Nera nasce nella
perla del Senese ma non è un Brunello,
tutt’altro e tutto dichiarato.
Il millesimo servito
meno di un
mese fa, il 2007,
si pavoneggia di
un 60 per cento
di Sangiovese, di
un 30 di Merlot e
del restante 10
di Cabernet, un
Supertuscan
per chi ancora ama questo abusatissimo termine che abbraccia tutti i
rossi nati lontano dai territori
del Chianti e del Brunello, anche
se ormai sono così tanti da non
sortire più l’effetto di un tempo.
Piuttosto è singolare notare come
del Madonna Nera, proposto
in Abruzzo accanto a mostri sacri
come le bollicine trentine del Ferrari e
il Barolo di Giacosa sui quali
la letteratura si spreca, si sa ben
poco. Nemmeno il nome del titolare
della cantina da cui esce. Arcistranoto
invece il suo papà,
quel Carlo Ferrini che è enologo, nato a Firenze 55
anni fa, un paio di simpatici baffi
su un viso sincero. Noi italiani,
grazie al Gambero Rosso, lo abbiamo
incoronato “enologo dell’anno
” nel 2000, gli statunitensi
ovvero il mondo hanno fatto altrettanto
con Wine Enthusiast
due anni fa. I suoi clienti hanno
blasoni luccicanti come l’oro al
sole. Alcuni perché hanno antiche
radici in vigna, come Donatella
Cinelli Colombini, la Barone Ricasoli e il Castello
di Fonterutoli
in Toscana, Tasca d’Almerita
e Donnafugata in Sicilia
fino al
sublime
San Leonardo dei Marchesi Guerrieri
Gonzaga in Trentino, altri
perché a un certo punto della vita
si regalano la cantina ultimo grido
come, solamente a certi livelli
economici, si fa come le ville e i
maxi-yacht. Ecco così il Pollenza
del petroliere Aldo Brachetti Peretti
e la Tenuta degli Dei (la modestia...)
di Tommaso Cavalli, figlio
dello stilita Roberto. La
Madonna Nera appartiene
al
secondo caso,
ma non
si va oltre i
si dice. La
certezza è
una sola: è
un vino di
Ferrini ,
uno che fa
le fortune di
tanti e la cui
fatica è ancora
lontana dall’essere
compiuta
perché la tenuta misteriosa,
nata tre anni
fa dalla somma di due
piccole aziende, ha un’estensione
di appena 4 ettari che nel
2012 daranno vita anche a un
Brunello. Parliamo di alcune migliaia
di bottiglie, a un prezzo da
affare: 11 euro. Ha detto Ferrini:
“Di certo non spaventa, è un prezzo
onesto che garantisce un reddito
che copre le spese. Chi ha
voluto Madonna Nera non cerca
il guadagno. Bisogna distinguere tra
chi è nel vino da generazioni
e chi arriva come novizio.
Con il primo è più facile
lavorare perché conosce
questo mondo, però
in genere è chiuso ai
consigli. Il personaggio nuovo,
forte dei soldi
fatti in altri settori,ha
fretta di arrivare, mentre
in vigna bisogna avere calma.
Quando mi avvicina un
neofita l’avviso subito che la prima
bottiglia arriverà dopo sette
anni, cinque per avere l’uva e
due perché diventi vino. Non è
una birra o una mozzarella che si
consumano subito”. E, infine,
l’anonimato della proprietà in
un’epoca dove tutti vogliono apparire:
“Lo trovo un tratto affascinante,
sparire per non apparire.
Io stesso tendo a far parlare i miei
vini”. Nota conclusiva: il vino è
distribuito da Porsenna srl.

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