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Il Giorno

Vino, che boom ! ... Bullulae, perlage, bollicine. E ora lo spagnolo viño espumoso attira l'attenzione. Quando si tratta di spumante, anche gli uomini che ci lavorano non stanno fermi. Giampietro Comolli ha assolto il mandato ricevuto dalla famiglia Lunelli di Trento: far spumeggiare il mitico Ferrari nella comunicazione del centenario. Lo ho fatto correre sulle piste di Formula 1 anche in Malesia e lo ha innalzato all'Hotel Palace di Lucerna, l'Olimpo della Svizzera. Missione compiuta. Ora Comolli lascia e parte per la Champagne. Ma, scusi, che ci va fare? «Un sopralluogo». Spionaggio o passa al nemico? «Vado a misurare le distanze fra 250 milioni di bottiglie di champagne e 17 milioni di metodo classico italico. E fra le 5 bottiglie stappate annualmente da un francese, contro 2 bottiglie e mezza di bollicine consumate da un nostro connazionale». Il che significa che da noi c'è ancora molto da fare. «C'è uno spazio enorme per la promozione, per inaziative coraggiose, ma con un occhio ben attento al mercato». Che, soprattutto, vuole bere bene ... «Basti dire che, dal '97 al 2002, il fatturato medio delle aziende vinicole è aumentato del 40%, mentre la produzione e il consumo sono rimasti stabili. Si è verificato uno spostamento verso l'alto, nella qualità e nel prezzo». L'Italia è dunque progredita nella cultura del vino. E' diventata il primo esportatore nel mondo, con 1.600 milioni di bottiglie, battendo la Francia. Ma lei ritiene che da noi perduri una divisione schematica tra bianco e rosso, mentre il comandamento o l'abbinamento ideale della cucina d'avanguardia sono le bollicine a tutto pasto: la nuova frontiera. Vuole indicarci una strategia? «Chiarezza nella normativa nazionale, a cominciare dalle etichette dello spumante. Imprenditori che puntino sulle bollicine come marchio aziendale, invece di limitarsi a 1000 bottiglie per la regalistica. Enoteche regionali o provinciali, legate ai consorzi di tutela, con la funzione di presidio turistico ed enogastronomico». E la Lombardia, in questo scenario, cosa potrebbe diventare? «La patria dello spumante italiano. Con la Franciacorta, già nicchia regina dei blan de blancs. E con l'Oltrepo Pavese, grande nicchia del metodo classico a base di Pinot nero: qui ci sono potenzialità eccezionali e, da quel che ho recentemente degustato, qui prevedo le vere sorprese».

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