02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il / Il Sole 24 Ore

Ebbrezza d’oriente ... Cresce la cultura vinicola nell’arcipelago nipponico. Dai vitigni del monte Fuji arriva lo Shizen: il primo vino “made in Japan”. E le accademie di degustazione hanno sempre più successo... Quando Shoichi Nakagawa, il ministro delle Finanze del Giappone, si è presentato in stato confusionale davanti ai giornalisti allo scorso G-7 di Roma farfugliando cifre a caso, abbiamo capito due cose.
La prima è che Nakagawa avrebbe rinfoltito le schiere dei disoccupati del Sol levante (previsione che si è avverata dopo solo due giorni) la seconda è che ai giapponesi comincia a piacere il vino. Storia d’amore-odio, quella tra i nipponici e il nettare degli dei. Ancora negli anni Cinquanta, era considerato la bevanda dei poveri. Poi i gusti si sono evoluti (soprattutto grazie alle donne) e ha cominciato a diffondersi. I
francesi l’hanno fatta da padroni, con noi italiani al seguito. Ora il consumo procapite è di tre litri l’anno: non eccezionale, ma neanche disastroso. La novità è cosa di questi tempi. Sono nate le Accademie del vino - quella di Tokyo richiama 4 mila studenti ogni anno - e, soprattutto, sono nati loro: i vini giapponesi. Uno dei migliori, lo Shizen, un bianco delicato a bassa gradazione alcolica, è stato vinificato da un guru del Bordeaux, Denis Dubordieu. Prodotto con uve del Koshu, un antichissimo (se ne legge in un manoscritto del 1186) vitigno del monte Fuji, lo Shizen ha cominciato a innaffiare le tavole di Tokyo. Pronti per la rivoluzione?

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su