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Il Mattino

È boom delle cantine griffate ... Cantine spettacolo, vere e proprie griffes firmate dai più grandi architetti del mondo, da Renzo Piano a Mario Botta, da Giovanni Bo a Gae Aulenti. La Toscana, terra di vini cult come il Sassicaia e l’Ornellaia, patria di denominazioni che hanno esportato l’Italia nel mondo, dal Brunello di Montalcino e del Chianti, si conferma laboratorio di tendenza e sperimentazione. L’ultima firma illustre a una cantina, Campo di Sasso che riunisce i marchesi Piero e Ludovico Antinori, è stata apposta da Gae Aulenti, architetto milanese, raffinata designer specializzata in allestimenti museali (sue la progettazione del museo d’Orsay di Parigi, l’Asian Art Museum di San Francisco fino alla nuova Fenice di Venezia). Il progetto, che sarà realizzato a Bibbona, nella Maremma, dal basso impatto ambientale, austero ed essenziale, costerà 27 milioni di euro, una cifra da capogiro ma considerata, con buone ragioni di marketing, un vero e proprio investimento d’immagine in un momento in cui solo il vino di altissima gamma e supergriffato non subisce la crisi del mercato. Campo al Sasso è la prima sfida architettonico-enologica della Aulenti che ha dovuto lavorare di concerto con l'ingegnere bordolese Boillet: sarà completamente interrata (come quella di Gaja poco distante) e sarà, come dice lei stessa, una «scultura nel paesaggio». «Il suo progetto darà un senso storico di continuità a questo territorio» - spiega Ludovico Antinori. Il fenomeno delle cantine firmate comunque non è solo italiano, da anni i produttori di vino più prestigiosi francesi, cileni australiani e americani, cercano di dare un'immagine diversa alle proprie aziende non strettamente legata alla vigna ma legando tradizione e tecnologia con forme architettoniche eleganti e integrate alla natura, come dimostrano casi illustri all'estero (da «Dominus Winery» in California a «La Ninas» in Cile) ma anche in Italia come la distilleria Nardini progettata a Bassano del Grappa da Fuksas. Sempre parlando di vino, va segnalata una curiosità che emerge dall’importante Fiera di Bordeaux: va a picco il consumo dei vini da messa in Italia e più generale in Europa. Secondo Roberto Bava, esperto dell’insolito settore, «il dato può anche rappresentare la prova del nove del minor numero di celebrazione di messe nel nostro continente. Ma va anche detto che i parroci sono più disattenti di un tempo nella scelta dei vini per uso sacramentale». (arretrato de Il Mattino dell'11 luglio 2005)

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