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Il Messaggero

Quando il brindisi si fa con il bianco ... “Quanto poi al vino ecco il numero delle bottiglie che Verdi desidererebbe: n. 100 bottiglie piccolo Bordeaux per pasteggiare, n.20 bottiglie di Bordeaux fino, n.20 bottiglie di Champagne..." È Giuseppina Strepponi, compagna del grande operista di Busseto, a redigere nel 1861 l’esigente richiesta, relativa alla partenza del Maestro per Pietroburgo, dove sarebbe stata rappresentata La forza del destino. Missiva che potrebbe fare il paio con quanto Chopin scriveva al violoncellista Auguste Franchomme: "...mandami una bottiglia di Bordeaux, perché i medici vogliono che io beva un po’ di vino..."
Il vino, da sempre, non ha mai mancato di inebriare le vicende musicali: dai greci ai trovatori, dal Don Giovanni mozartiano alle degenerazioni superalcoliche, che hanno poi segnato le vite dei jazzisti maledetti o dei rockettari più sfrontati. Bacco e la musica si compendiano alla perfezione. L’attenta degustazione di un vino vincola ben quattro dei nostri cinque sensi. Rimarrebbe fuori solo l’udito, se non fossero proprio i suoni a quadrare un cerchio sensoriale che mira al cuore e al cervello: come poche altre, intense, esperienze.
Onore al merito, allora, ai titolari di Rocca delle Macìe, l’azienda toscana fondata nel 1973 da Italo Zingarelli e oggi condotta dal figlio Sergio. Da domani al 1° agosto, come avviene ormai da dodici anni, presso l'imponente struttura avrà luogo il Concorso Internazionale di Canto Lirico, aperto agli studenti dei conservatori di tutto il mondo (informazioni allo 0577.7321): il meritevole vincitore sarà sicuramente destinato a calcare i più ambiti palcoscenici del pianeta. In alto i calici, dunque. Ma fra i tanti prodotti, soprattutto rossi, che caratterizzano sempre di più, e invero sempre meglio, la gamma aziendale, stavolta è il caso di brindare con un bianco: che funga da aperitivo ai Do di petto che seguiranno, come la più felice ouverture. È la Vernaccia di San Gimignano 2001 (6-7 euro) dal colore paglierino carico e dai richiami olfattivi floreali uniti a note di mela e di nocciola. In bocca è di buona struttura, sapida, equilibrata, capace di reggere primi piatti saporiti, pesci e carni bianche non troppo elaborate. Pronta ad accordarsi, insomma, ai guizzi rossiniani come alle crepuscolarità pucciniane.

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