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Il Messaggero

Vino, parte il grande risiko delle Fiere: dopo Vinitaly si moltiplicano le iniziative per mettere in vetrina i prodotti ... E la competizione si allarga. Supera il livello di derby tra produttori o Doc, e regioni d’Italia tra loro e contro il resto del mondo e parte il risiko per la Fiera. Se il vino tira e il business (malgrado congiuntura e prezzi pazzi) resta appetitoso, tira da matti anche il controllo della vetrina di punta in cui il vino va in mostra.
Vinitaly, capofila delle fiere di Verona, vanta palma e primogenitura: 38 edizioni (1-5 aprile) nel 2004. Ma intanto molto vino è passato sotto i ponti. E non solo quelli sull’Adige. A novembre Torino riproporrà la sua kermesse di settore; e il patron (lo è anche del Motorshow), Cazzola, ha già in canna un altro progetto: un wine festival mondiale a Roma, nel polo fieristico in lavorazione. Forse dal 2005. Ma intanto — mentre, accanto ai grandi, altri piccoli festival specializzati crescono, vedi il trentino Dulcenda, al via domani, tutto vini dolci, o quello, stesso settore, in via di rinascita a Marsala dopo colpevole abbandono, o il "gioiellino" a inviti di Merano — ecco profilarsi un altro “competitor": Milano potrebbe sparare la bordata fin dal maggio 2004. Giusto un mese, dopo il Vinitaly. In Fiera (idea di Unione italiana vini, avallata dall’ora direttore generale Rai Cattaneo, 7,5 milioni di start-up da una cordata al cui collage non è estranea una star del vino come Angelo Gaja, assente dal Vinitaly da un po’) vedrebbe la luce una "cosa" pensata a target altissimo, solo "business to business" e con laterali degustazioni a pagamento per appassionati danarosi del calice di classe.
Se, per ipotesi, tutto andasse a dama, produttori stakanovisti e critici presenzialisti potrebbero trovarsi presto col seguente calendario: Vinitaly ad aprile, poi Dulcenda, Milano a maggio, Merano e Marsala ad ottobre, Torino a novembre, e Roma in agguato... chiaro che persino il governo sia allarmato. E che il ministro Alemanno abbia parlato di «indispensabile» tavolo tra Fiere viventi e aspiranti per «razionalizzare e fare sistema». Non sarà facile. Vinitaly vale 20 milioni di euro. Milano già pensa di farne di più, il neo presidente di Verona, Castelletti ostenta sicurezza e difende con orgoglio la sede che prima ha puntato sul rosso, e anche sul bianco e il rosé. Ma qualcuno di certo a fine "giro" resterà deluso. E c’è chi almanacca di possibile doppio "pit-stop": per Milano, ma anche per "par condicio", poi per Roma ...

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