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Il Messaggero

Anita 2005, malvasia umbra eccellente su pesce e fritti misti ... L'abbiamo sempre degustato nella tipica veste rossa: ricca, impetuosa e persistente. È divenuto poi uno dei simboli enoici italiani: presente sulle tavole di ogni dove, e preso ad esempio anche per le sue virtù salutistiche, vista la grande concentrazione di polifenoli. Tutto questo, va detto, soprattutto per i meriti acquisiti sul campo e nel marketing da Marco Caprai, la cui cantina non ha davvero bisogno di presentazioni.
Ed è grazie a lui e ad una sperimentazione condotta con l'Università di Milano, che il Sagrantino di Montefalco è oggi divenuto anche bianco! Non si tratta di un clone, però: è che da studi applicati sull'autofecondazione si è risaliti a caratteri genetici latenti nell'uva rossa, per giungere quindi (per via sessuata) alla sua naturale versione bianca. Assaggeremo in futuro i risultati della vendemmia sperimentale, praticata sui 10 ettari della Caprai.
Intanto, però, dedichiamoci ad un altro vitigno bianco umbro che tutti conoscono: la malvasia. Quella vinificata dall'Agraria Ponteggia, l'Anita 2005 (6,50 euro), presenta sentori di fieno, mela, agrumi e susina. In bocca è fresca e ammandorlata: degna di un buon pesce così come di un goloso fritto misto.

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