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Il Messaggero

Insoglio del Cinghiale 2006: rosso morbido, per cacciagione ... Che cosa si saranno detti a Montalcino, nella riunione straordinaria promossa dal Consorzio del Brunello, dopo la gran bagarre scoppiata durante il Vinitaly? Prima o poi lo sapremo, al di là delle comunicazioni di circostanza. Fatto è che di confusione se n’è fatta tanta, verso i consumatori, sparando alla cieca sul mucchio e paragonando l’eventuale mescolanza con vitigni internazionali (comunque non lecita), a insane sofisticazioni prodotte in tutt’altre zone.
E pensare che all’incirca un mesetto fa il Consorzio s’era impuntato verso un toscano trapiantato in California, a Sonoma, che produce appunto il Brunello di Sonoma, rosso da Sangiovese! Neanche il tempo di averla vinta... In ogni caso, la Toscana rimane il nostro punto di riferimento rossista, insieme alle Langhe, e non solo a Montalcino: basterebbe assaggiare il vino ottenuto dalla storica riunione fra Piero e Lodovico Antinori, prodotto in quel di Bibbona. L’Insoglio del Cinghiale 2006 della Tenuta Campo di Sasso (16 euro), rivela aromi di frutti di bosco rossi e neri, e toni balsamici, erbacei e speziati. In bocca è morbido ma dinamico, fresco e nervoso, con chiusura di marasca. Buono su una lepre o col cinghiale.

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