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Il Mondo

Il vino cerca una regìa per l'export: aumentano i concorrenti internazionali. La frammentazione frena le aziende italiane ... Per affrontare la sfide dei mercati internazionali il vino italiano deve puntare su una più efficace attività di promozione, ma anche, in casa propria, deve superare l'eccessiva frammentazione produttiva. Il punto sulle strategie internazionali del vino made in Italy è stato fatto ieri a Roma, in occasione della presentazione del libro di Nicola Dante Basile «Profumo di vino, storie di uomini, di imprese, di mercati», prefazione di Francesco Guccini, pubblicato dal Sole-24 Ore. Accanto a una serie di "storie" di uomini e imprese piccole, medie e grandi ma comunque di successo, il libro svolge anche un'attenta analisi dei punti di debolezza del sistema vitivinicolo italiano. Primo tra tutti proprio la ridotta dimensione delle imprese, che negli ultimi dieci anni è ulteriormente diminuita (0,9 ettari in media), mentre in Francia, il principale competitor, è più che raddoppiata da 2,5 a 6 ettari. E il gap diventa diventa ancora più macroscopico se si considera che sulla scena mondiale ci sono dei veri e proprio giganti come l'americana Gallo, che conta su un fatturato di 2 miliardi di euro, o come in Australia 4 gruppi controllano l'80% del mercato. E gli scenari futuri lasciano prevedere una concorrenza ancora più agguerrita. Da qui al 2005 si stima un aumento della produzione mondiale del 6%, ma mentre la Ue si fermerà a un +2% nel resto del mondo gli incrementi saranno superiori all'8%, con punte del 30% in Sud Africa. Con queste prospettive, serve un cambio di marcia dell'attività di sostegno sui mercati esteri. «Una promozione che non può più essere indifferenziata» ha detto il presidente del Sole 24 Ore, Guidalberto Guidi, intervenendo al convegno. «A me è capitato all'estero di imbattermi in improbabili promotori della patata di Bologna. Mentre invece occorre capire che non si può promuovere indistintamente tutto, ma scegliere». «Anche all'interno del nostro settore - ha suggerito il presidente del Gruppo italiano vini, Rolando Chiossi – una strada potrebbe essere quella di puntare le iniziative su singoli marchi, che possano poi fare da traino per l'intero settore»». «Ma qualcosa già sta cambiando – ha precisato il presidente dell'Ice, Beniamino Quintieri –. La direzione nella quale ci stiamo muovendo è quella di sistema. Mettere in rete le iniziative nazionali con quelle regionali, studiare forme di promozione integrata fra prodotti. Sotto questo aspetto il vino è tra quelli che meglio si prestano a iniziative trasversali e questo è un indubbio punto di forza». (arretrato de "Il Sole 24 Ore" del 7 dicembre 2002)

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