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Il Mondo

Bollicine - Le feste contano ancora molto
nel business delle bollicine: continua la gara tra etichette italiane e francesi. I produttori nazionali si piazzano sempre al primo posto nella classifica delle vendite. Ma le grandi maison d'oltralpe insidiano il primato da vicino ... Più di 250 milioni di bottiglie e un fatturato di oltre 700 milioni di euro nel 2001: il quarto posto della produzione mondiale delle bollicine spetta agli spumanti italiani. Ma le etichette nazionali potrebbero conquistare uno spazio ancora più ampio se i consumatori assegnassero allo spumante un ruolo nuovo: non più il vino della festa e delle occasioni speciali, ma vino a tutto pasto e per tutte le stagioni. È questo il cruccio di tutti i produttori di bollicine. Al punto che le maggiori aziende hanno deciso di avviare un'apposita compagna informativa mirata a cambiare l'immagine del prodotto.Tra le più combattive e determinate c'è sicuramente la Guido Berlucchi di Borgonato di Cortefranca: una delle aziende più famose d'Italia, fondata 40 anni fa dalla famiglia Ziliani e oggi protagonista di una fase importante di rinnovamento della produzione (più di 5 milioni di bottiglie per 80 ettari di vigneti) proiettata verso la fascia alta del mercato. Franco Ziliani, presidente e regista con i figli Cristina, Arturo e Paolo di questo nuovo slancio dell'azienda, proprio quest'anno si è conquistato l'Oscar 2002 nella categoria dei vini spumanti, assegnato dall'Associazione italiana sommelier alla Cuvèe imperiale brut 1997, mentre il nuovo Terre di Franciacorta Le Arzelle ha già ottenuto la valutazione lusinghiera degli addetti ai lavori. Ma i Ziliani non sono i soli a rivendicare per le bollicine un ruolo non solo celebrativo. Sono sulla stessa linea d'onda tutte le grandi case, a partire dalla centenaria Cantine Ferrari di Trento. Riusciranno i nostri eroi a sposare lo spumante con il salame o il culatello? Si vedrà.

Nel frattempo tutte le cantine si preparano allo sprint di fine anno, quando si concentrano i due terzi delle vendite. Secondo un'indagine dell'Osservatorio del salone del vino del Lingotto fiere, lo scorso anno le bollicine made in Italy hanno battuto lo champagne: ripeteranno la performance? Così scommettono alle Cantine Santa Margherita dove si registrano tassi medi di incremento delle vendite dell'11% negli ultimi sei anni, tra i Prosecchi e lo spumante Chardonnay brut. O anche alla Carpenè Malvolti, tra le cantine più impegnate nella produzione di prosecco.
Nella villa palladiana di Crocetta del Montello, nel trevigiano, sede di Villa Sandi, Giancarlo Moretti Polegato, titolare dell'azienda, ha avviato una collaborazione con l'Istituto sperimentale di Conegliano, finalizzata a migliorare costantemente la sua produzione affidata all'enologo Valerio Fuson. Tra le etichette, spicca un'interessante versione di spumante metodo classico Opere trevigiane che matura a temperatura costante, nelle gallerie che si sviluppano per oltre un chilometro e mezzo sotto la tenuta di oltre 40 ettari di vigne. Punta al rilancio, attraverso un deciso restyling e l'innovazione delle tecniche enologiche, la Mionetto di Valdobbiadene, guidata dal titolare: l'enologo Sergio Mionetto. Il Sergio Mo e il Prosecco di Valdobbiadene superiore di Cartizze sono tra le etichette più valutate dell'azienda, assieme al rosso Raso scuro.
I Fratelli Dorigati-Metius, con il loro Methius riserva 1995, hanno ricevuto il titolo di miglior spumante dell'anno dalla guida del Gambero Rosso-Slow food che segnala anche il Trento Graal brut riserva speciale 1995 della Cavit, giudicandolo al vertice delle bollicine Trento doc: è un riconoscimento che premia l'impegno della cooperativa di Trento guidata da Giacinto Giacobini, la seconda maggiore produttrice di vini e spumanti in Italia dopo il Giv.

Ancora uno spumante premiato: in questo caso è l'Asti S'Orsola dei Fratelli Martini, bollicine da uve moscato, prodotte in oltre 3 milioni di bottiglie, che ricevono da Luca Maroni l'alloro per il miglior indice quali-quantitativo.
Grandi numeri sono quelli della Gancia, azienda leader nella produzione di spumanti, che a metà del 1800 ha dato il là alla storia industriale dello spumante. Da un secolo e mezzo di proprietà dell'omonima famiglia, oggi alla testa della casa vinicola è arrivata la quinta generazione: Edoardo, Lamberto, Massimiliano e Vallarino sono i discendenti di quel Carlo che due secoli fa se ne andò a Reims per scoprire i segreti della produzione dello champagne, prima di fondare ufficialmente la sua cantina a Chivasso, nel 1850. Tocca ora ai nuovi timonieri dell'azienda affrontare le sfide degli anni Duemila, senza cullarsi sui risultati raggiunti, ma puntando avanti, come dimostrano la svolta gestionale impressa all'azienda di famiglia e i nuovi prodotti già sbarcati sul mercato: dal Modonovo metodo Gancia al Pinot di Pinot blanc de blancs (figlio della quinta generazione), al Carlo Gancia, cuvèe del fondatore.

Se le bollicine italiane si danno da fare, quelle francesi non stanno con le mani in mano, come dimostra l'incremento del 23,18% delle esportazioni di champagne in Italia. Tra le novità più interessanti di quest'anno, c'è l'accordo di distribuzione in esclusiva siglato dalla giovane maison de champagne Nicolas Feuillatte con l'azienda marchigiana Fazi Battaglia, guidata da Maria Luisa Sparaco con i tre figli Luca, Barbara e Chiara. È invece consolidato il legame tra Taittinger e la famiglia torinese di Ennio Pescarmona: da oltre 50 anni importatori di una delle maggiori maison di champagne (270 ettari con 15 differenti crus), al vertice delle classifiche di qualità e di vendite.
Esportate in 160 Paesi del mondo, le bollicine francesi producono un giro d'affari che supera i 100 milioni di euro. I due terzi di questa torta sono controllati da una trentina di produttori. In particolare sul mercato francese, a guidare le vendite attraverso il circuito tradizionale sono Laurent Perrier, P&C Heidsiek, Taittinger, Mumm, Moet et Chandon e Nicolas Feuillatte. Mentre il canale della grande distribuzione vede in prima fila Rothschild, Mercier, Canard Duhene, Nicolas Feuillatte e Mumm.
Stando al polso di Pescarmona, il mercato sta girando più di quanto gli operatori avessero immaginato. Molto si deve anche alle proposte di grande ricercatezza, oltre che di qualità, che vedono in corsa tutti i marchi più prestigiosi, da Krug a Ruinart allo stesso Taittinger, con le sue ultime bottiglie di riserve dalla singolare forma schiacciata. È anche questa una gara senza frontiere. Tra le uscite più raffinate, c'è per esempio quella di Pommery con la Cuvée Louise, una cuvèe speciale creata in ricordo di madame Pommery, fondatrice della ultracentenaria maison. (arretrato de "Il Mondo" del 13 dicembre 2002)

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