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Il Mondo

Vino made in Italy - Tre banche garantiscono l’investimento doc. Al via il primo contratto di filiera ... Lunedì 23 febbraio, primo giorno utile in base alle disposizioni del Ministero delle Politiche Agricole, è stato presentato il primo contratto di filiera: un nuovo tipo di contratto, varato un decreto del 1° agosto 2003, che prevede l’erogazione di contributi (20% a fondo perduto e 20% in conto interesse) per il finanziamento di progetti presentati da agricoltori, imprese e associazioni di produttori che appartengono a una stessa filiera agroalimentare. Progetti che abbiano come comune denominatore il miglioramento della produttività dell’intera filiera e che per esempio, per il settore vitivinicolo, possono riguardare l’acquisto di terreni e attrezzature, la costruzione di nuove cantine, l’acquisto di software e hardware, la promozione e la distribuzione dei prodotti.
A cogliere per prime questa opportunità sono circa 150 aziende toscane, piemontesi e venete che partecipano attraverso tre soggetti: il Consorzio del Chianti classico, il Consorzio Asti spumante e l’Unione vini veneti (quest’ultimo riunisce tutti i consorzi delle doc del Veneto) presieduti rispettivamente da Giovanni Ricasoli, Paolo Ricagno e Luciano Piona. Tre realtà di altrettante regioni, come prescrive questo tipo di contratto, non in competizione: i tre consorzi rappresentano infatti territori vinicoli non concorrenti, riunendo aziende che ruotano attorno a un vino rosso come il Chianti classico, ai vini veneti dominati dai bianchi, alle bollicine piemontesi.
L’intero contratto di filiera ha un controvalore di circa 90 milioni di euro, sul quale pesano per la metà i progetti presentati dalle aziende toscane. Naturalmente, parte integralmente (e decisiva) del contratto è la garanzia finanziaria rilanciata dalle banche. Si tratta della cosiddetta bancabilità, per usare un brutto termine tecnico. E cioè la garanzia richiesta dal ministro sulle solvibilità delle varie aziende e sulla effettiva realizzazione delle opere. Tra le banche più pronte ad affiancare le iniziative della Cassa di Firenze (che ha garantito il servizio a costo zero), la Popolare di Vicenza e Novara, la Cassa di risparmio di Asti, la Banca Verde del Monte dei Paschi di Siena e il Sanpaolo Imi.

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