Il Mondo

Cambiano look quattro società Marzotto. Tessile-moda, Zignago, Hugo Boss e Jolly al centro di grandi operazioni. Si riaprono i giochi tra i vari rami della famiglia veneta. Prime sfide: l’opa e la scissione ... Zignago. La società di Fossalta di Portogruaro (Venezia) che si occupa di vini (Santa Margherita), lino e vetrerie è nelle mani del presidente Antonio Favrin, del vicepresidente Andrea Donà Dalle Rose e di Umberto Marzotto. Questo gruppo ha deciso di lanciare un’opa sulle azioni in circolazione, fissata a 18 euro (un prezzo già superato in Borsa) e per questo sarà costituita una newco che conta sul 37,15% del capitale. Altri soci importanti sono Pietro Marzotto (14%) e i figli di Vittorio (26%), che hanno rilevato il 10% ceduto da Paolo Marzotto, uscito da Zignago ma rimasto nel capitale di Marzotto spa. Paolo Marzotto ha interessi nel settore vitivinicolo (tenute Baglio di Pianetto in Sicilia) e nell’abbigliamento tecnico (la Forint di Vicenza, divise e abiti da lavoro). La voce diffusa nei mercati finanziari parla di un delisting della stessa Zignago, ma secondo quanto risulta a Il Mondo questa ipotesi viene scartata. Certo sarà importante la decisione di Pietro, in questo momento alla finestra ma in posizione forte. Dopo lo storico scontro del 2004 si è fatto liquidare la sua parte di Marzotto spa e, oltre a gestire una cospicua liquidità e gli investimenti finanziari, si dedica principalmente alla cura della Valle Zignago, una tenuta agricola e allevamenti di pesce in provincia di Venezia, nella laguna resa famosa da Hemingway. Ora Pietro Marzotto sembra non avere alcuna intenzione di conferire il suo 14% di Zignago. Per diversi motivi. Intanto la rivalità con i Donà Dalle Rose e con lo stesso Paolo Marzotto, che si erano opposti a suo tempo all’idea di lanciare un’opa sulla Marzotto proprio con la Zignago. E poi perché la partita a scacchi in famiglia sembra senza fine e il pacchetto di Zignago può avere il suo peso. Nella Zignago e forse nella Marzotto ...