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Il Mondo

Donne siciliane innovatrici d’impresa ... Il vino è una grande potenzialità per la regione. Che deve rischiare di più e scoprire vocazioni imprenditoriali. José Rallo racconta la storia dell’azienda vitivinicola Donnafugata... José Rallo, dell’azienda vitivinicola Donnafugata, è una delle cinque imprenditrici italiane premiate a Torino lo scorso ottobre da Aidda, l’Associazione donne imprenditrici e dirigenti d’azienda. La motivazione è significativa: «Per avere espresso, nell’attività intrapresa, un’alta creatività, entrando così di diritto nella vetrina virtuale dell’eccellenza imprenditoriale italiana». La scelta innovativa di José è stata quella della vendemmia notturna, una tecnica introdotta nel ‘98 prima in via sperimentale e poi in maniera definitiva per preservare il corredo aromatico delle uve dalle alte temperature di agosto e determinare un forte risparmio energetico nell’uso delle tecnologie di raffreddamento. Donnafugata, 302 ettari di vigneto, 14 milioni di fatturato 2005, un trend di crescita del 10% nel 2006, è un marchio creato nel 1983 dall’iniziativa dei genitori di José, Giacomo Rallo e la moglie Gabriella, una famiglia con oltre 150 anni di esperienza nel settore.
Domanda. Il vino in Sicilia si sta rivelando una carta vincente per la forte identificazione con l’immagine dell’isola.
R. La Sicilia è come un terreno fertile che ha a lungo riposato, ma che vanta potenzialità enormi. Il vino è sicuramente una di queste potenzialità.
D. Sembra davvero che l’economia siciliana, addormentata e gattopardesca, si stia risvegliando. Quali sono stati i passi in avanti più significativi?
R. Negli ultimi anni sono stati fatti parecchi passi avanti in tutti i sensi e in tutti i settori: e stiamo sperimentando molte novità. In campo viticolo ed enologico abbiamo allargato il patrimonio delle nostre conoscenze, c’è un’apertura al marketing, è stata introdotta la tecnologia del freddo, c’è la sperimentazione di nuovi vitigni internazionali, ci sono casi d’eccellenza.
D. Quali sono i settori in maggiore fermento, quelli con maggiore vitalità?
R. Sicuramente il comparto dell’alta tecnologia, ma anche in agricoltura ci sono segnali di ripresa e sicuramente potenzialità enormi. Abbiamo un problema di verticalizzazione della produzione agricola.
D. Cos’è dunque che impedisce all’economia siciliana di decollare?
R. C’è carenza di vocazione imprenditoriale. Manca la voglia di rischiare con i propri mezzi. I finanziamenti pubblici dovrebbero servire da volano e moltiplicare le iniziative imprenditoriali. Ma questo non sempre succede. Il più delle volte scendono in campo imprenditori improvvisati. Prendono i soldi e tutto finisce lì. Le agevolazioni invece dovrebbero agire da moltiplicatore: io metto cento, lo Stato mette trenta. Io ho l’idea, metto i soldi, cerco le agevolazioni pubbliche, moltiplico i risultati. Invece per molti non è così.
D. Il nome Donnafugata è solo una citazione letteraria?
R. No, per noi è uno stile di vita. Siamo costantemente in fuga in avanti, rinnoviamo continuamente il nostro approccio nei confronti del mercato, stiamo imparando a parlare le lingue del mondo.
D. C’è chi sostiene che la Sicilia potrebbe diventare la California del Nord. Lei cosa ne pensa?
R. Sono d’accordo. Nella nostra azienda vengono a lavorare molte persone dal Nord Italia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna, e dall’estero. Per noi è motivo d’orgoglio. Significa che siamo in grado di attirare professionalità a livello internazionale. Mentre le risorse umane del territorio purtroppo peccano spesso in qualificazione.
D. Donne e vino, in Sicilia più che altrove un binomio vincente...
R. A Donnafugata le donne sono sempre state protagoniste e hanno svolto un ruolo di grande slancio nelle innovazioni. Penso a mia madre Gabriella che oltre 20 anni fa compì una profonda trasformazione dei vigneti di famiglia, introducendo vitigni internazionali e tecniche di viticoltura moderna in Sicilia. E penso alla nostra vendemmia notturna diventata un appuntamento atteso del calendario enologico italiano. L’esperienza testimonia che le donne, con la loro sensibilità, sono una gran risorsa per la Sicilia in generale e per la Sicilia del vino in particolare, perché portatrici di uno stile diverso.
(arretrato de Il Mondo dell'8 dicembre 2006)

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