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Il Mondo

Bollicine a furor di popolo ... Prosecco... Bollicine popolari? Ebbene sì. Immediato e spontaneo, morbido e aromatico, il Prosecco è lo spumante più bevuto in Italia e all’estero. E non solo durante le feste, quando spadroneggia su tavole grandi e piccine. Il fatto è che, un po’ per la loro grazia e semplicità, un po’ per il prezzo, alla portata di tutte le tasche, queste bollicine, tipicamente italiane, stanno vivendo la loro stagione più effervescente. Nell’arco del 2007 più di 80 milioni di bottiglie si sono riversate sul mercato e il vento soffia a favore soprattutto oltre frontiera. Chiaro che se il Prosecco tira più che mai è merito dei progressi qualitativi conseguiti da questo vino, figlio di un vitigno antico, il Prosecco. Piantato in varie parti del Veneto e in qualche zona del Friuli, questo vitigno ha la sua culla prediletta ai piedi delle Prealpi trevigiane, nell’area tra Conegliano e Valdobbiadene, dove si produce il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Doc, l’unico che può fregiarsi della Doc. Sono 4.500 gli ettari di Prosecco nell’area Doc. Di questi, 106 si arrampicano sulla collina di Cartizze: vigne pregiate, curate con amore da 140 proprietari (e contese a colpi di 1 milione l’ettaro) da cui derivano le etichette di Prosecco superiore, punta di diamante della Doc, espressa in non più di 1 milione di bottiglie, su un totale di circa 50 milioni di etichette.
Quali sono le cantine al vertice della produzione? Un posto di prima fila spetta a Carpenè Malvolti, storica casa di Conegliano Veneto, cui si deve l’intuizione e la nascita del Prosecco. Etile Carpenè (quarta generazione in campo) e sua figlia Rosanna sono leader di mercato nella produzione di Prosecco Doc, con 3,5 milioni di bottiglie (5,5 milioni in totale). Al top della loro gamma spiccano la Cuvée oro e la Cuvée Brut, ma è il caso di segnarsi nel taccuino anche i nuovi spumanti metodo classico creati dall’azienda, puntando sui vitigni autoctoni, come il Kerner e il Pecorino abruzzese. Dal gigante alla boutique, eccoci alla cantina Bisol di S. Stefano di Valdobbiadene, guidata da Gianluca Bisol. Celebre il suo Cartizze elegante e complesso, delizioso il Crede Valdobbiadene Prosecco Doc brut 2006, come pure il Jeio Colmei: 2.500 bottiglie di queste bollicine sono state stappate dalle 15 mila persone raccolte al Cruise Terminal Rotterdam per brindare al 2008 (qui nel 2007 si era festeggiato a champagne).
Altre bottiglie d’autore sono quelle firmate da Col Vetoraz di Santo Stefano Valdobbiadene (il suo Cartizze Superiore è più asciutto e austero rispetto alla media), Bellussi di Valdobbiadene (misurato e di bel carattere il suo Cartizze Belcanto). Ancora: non vanno dimenticati Adami di Vidor (famosi il suo fragrante Cartizze e il Prosecco Vigneto Giardino), Bortolomiol di Valdobbiadene (fine e grintoso il suo Cartizze), Nino Franco di Valdobbiadene (anche qui un Cartizze esemplare), Villa Sandi di Crocetta del Montello (valida la linea del Prosecco e anche quella di spumanti metodo classico, Opere), e Valdo di Valdobbiadene. L’ammiraglia della bella cantina è il fragrante Prosecco cuvée del fondatore, tra i più gettonati della denominazione. Infine un esempio di bella proposta fuori dalla Doc: è il fresco e decisamente allegro Extra dry millesimato della cantina Paladin di Annone Veneto.

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