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Il Mondo

Il cibo traina cultura e affari ... 2008 ok per il vino... Il New York Times premia però l'Emilia Romagna per gli abbinamenti tra cucina e civiltà... Mettere sullo stesso piatto i piaceri della buona tavola e del bere di qualità, accanto a visite a musei e città d'arte, sembra avere successo. Un fenomeno in crescita, di cui si parla a Certicibit, e che richiama nel Paese gli stranieri, attratti sempre più dai temi del vino. Secondo la ricerca di Gowine 2007, pubblicata lo scorso ottobre dalla Bocconi durante il Master di economia del turismo, l'enoturismo è giudicato importante dal 59% delle cantine italiane. Geograficamente il Piemonte fa la parte del leone, poiché conta il 24% di grotte e cantine aperte a questa pratica. Il fascino maggiore arriva da quelle di maggiori dimensioni, aziende con oltre 20 ettari di vigne che costituiscono il 58% del totale e richiamano una media di mille turisti l'anno, contenti di degustare prima e comprare poi, grazie alla vendita diretta. Ma chi è l'enoturista tipo? Per il 44% si tratta di amatori, non necessariamente esperti, che associano alla gita fuori porta con la famiglia, la ricerca di nuovi ambiente e la voglia di conoscere storia, arte e cultura. Ed è buona la percezione che diamo all'estero. Ecco che cosa ha scritto il blasonato New York Times lo scorso autunno sull'Emilia Romagna: “È il ventre gastronomico dell'Italia e Bologna ne è l'ombelico. Cittadini ospitali, architettura meravigliosa e cibo incredibile. Il pasto tipico, da gustare in una delle trattorie del centro? Culatello, tortellini e stracchino innaffiati con una generosa bottiglia di Valpolicella”.

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