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Il Mondo

La terra delle mille bollicine ... Non chiamatelo spumante. Per identificare un vino, il marchio Docg prevede che si possa usare null’altro che il nome del territorio. D’obbligo, quindi, chiamarlo Franciacorta, come la terra bresciana da cui nasce: un paesaggio agricolo che cambiò volto a partire dal 1961, quando Guido Berlucchi e franco Ziliani produssero la prima bottiglia di champagne made in Italy. Da allora il numero delle bottiglie è cresciuto parecchio: 8,3 milioni prodotte nel 2007 da 2.100 ettari di vigne, il 24% in più rispetto all’anno precedente (fonte Iperion). A far la parte del leone è proprio la Berlucchi (42 milioni di fatturato, quasi 5 milioni di bottiglie vendute), che ha le idee chiare sulle prossime mosse. “Stiamo studiando prodotti più corposi, che possano essere abbinati più spesso al cibo”, spiega Paolo Ziliani, responsabile marketing e figlio del co-fondatore. L’idea, insomma, è far capire che si può anche pasteggiare a Berlucchi. E non solo in Italia. L’altro tema caldo è, infatti, l’export: l’azienda vuole penetrare in Europa e in Usa, ma anche in Cina. Per questo a Shanghai è nato il primo Berlucchi bar club. Accanto a big come Berlucchi, Bellavista e Ca’ del Bosco, non mancano le eccellenze che scelgono di non distribuire nei su-perrnercati. Come Monte Rossa, azienda di Emanuele Rabotti, partecipata al 33% da Eataly, il gruppo torinese che vende esclusivamente cibi (e bevande) di alta qualità. Monte Rossa è l’unica cantina in Franciacorta a produrre soltanto bollicine. Poche, rispetto ai colossi della zona, ma buone: 500 mila bottiglie l’anno, per un fatturato da 3,5 milioni. Rabotti è convinto che non solo la sua azienda, ma tutta la Franciacorta abbia ancora ampi margini di crescita: “Gli 8,3 milioni di bottiglie prodotti nelle nostre terre potrebbero diventare 12 nel giro di tre anni, con la potenzialità di arrivare a 15-16 fra cinque”...

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