02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Mondo

Bollicine bio e rossi d’autore ... “I vini che si producono con sistemi biologici e biodinamici richiedono cure e attenzioni particolari, un’osservazione rispettosa della natura e dei suoi cicli, delle condizioni atmosferiche e climatiche, dell’influsso delle costellazioni e dei corpi celesti, delle fasi lunari. Il risultato sono vini che si distinguono per uno spiccato sentore naturale, che è vario quanto sono le terre da cui nascono e le persone che vi lavorano. Un’esperienza che ha dell’avventuroso”: Silvano Brescianini, direttore della produzione della Barone Pizzini, uno dei marchi più antichi della Franciacorta, è un fiume in piena quando racconta la filosofia operativa dell’azienda vitivinicola di Corte Franca (Brescia), che quest’anno ha festeggiato dieci anni di viticoltura biologica. Un entusiasmo giustificato da un decennio di lavoro nel rispetto della terra, delle viti, delle uve, usando solo sostanze che si trovano in natura, senza elaborazioni chimiche, senza Ogm, senza fertilizzanti o pestidici di sintesi nei campi e anche in cantina, dove la parola d’ordine è: preservare integre le caratteristiche dell’uva. Tutto questo costa molto, sia in termini di impegno manuale, sia sotto il profilo economico, giacché un produttore che decide di imboccare questa strada deve calcolare costi produttivi del 25% superiori a quelli che richiede una viticoltura convenzionale. Tanto di cappello quindi al gruppo imprenditoriale bresciano, presieduto da Giovanni Pagnoni, che quando ha rilevato l’azienda franciacortina dall’ultimo discendente della famiglia dei baroni Pizzini non ha cercato ritorni veloci, ma ha puntato lontano, scommettendo sull’attenzione sempre maggiore dei consumatori verso prodotti di qualità, buoni e sani. E così sono, senza ombra di dubbio, i vini firmati Barone Pizzini. Dalle ottime bollicine, le prime bio in Franciacorta, con in pole position il Bagnadore brut nature, la riserva millesimata al top della gamma, con nessuna aggiunta di zucchero, ai vini fermi che si producono nelle varie tenute in Franciacorta, Marche, Toscana e Puglia. Chi ha voglia di regalarsi una piccola collezione bio e ama i rossi può puntare sul San Carlo Sebino da uve Cabernet e Merlot che accompagna bene piatti saporiti, come anche il pugliese Masseria Porvica Negroamaro Salente della Tenuta del Barco o ancora il Morellino di Scansano dei Poderi Ghiaccioforte nella Maremma toscana, da dove proviene anche un olio extravergine di oliva battezzato Eleiva. Un bianco? Valido e piacevole il San Paolo 2005, Verdicchio dei Castelli di Jesi classico superiore, frutto della prima vendemmia biodinamica della Barone Pizzini nella tenuta di Pievalta nelle Marche. Sapido e intenso, va bene con pesce e carni bianche.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su