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Il Mondo

Ortofrutta alla romana ... Le aziende guardano con interesse alla produzione bio e alle tipicità laziali... ...A fare da apripista a questa riscossa è stato senz’altro il vino. A cominciare dal più rappresentativo e, appunto fino a pochi anni orsono, più bistrattato: il vino dei Castelli. Se questi vini hanno perso la poco invidiabile nomea che li affliggeva, il merito va a produttori come Giulio Santarelli, ex sottosegretario all’Agricoltura, che con la moglie Adriana e la collaborazione del professor Attilio Scienza ha creato la Castel de Paolis di Grottaferrata, nota soprattutto per il Frascati Villa Adriana. Un altro eccellente Frascati è il Tenuta dei Casali dell’azienda Casale Mattia, di prooprietà della famiglia Rotelli, che vinifica esclusivamente uve di varietà locali provenienti dai propri vigneti a coltivazione biologica. Nella stessa zona, a Montecompatri, la Tenuta le Qinte produce il Virtù Romane, un blend di uve locali dal gustoso risultato e dal magnifico rapporto qualità/prezzo. E in località Ferriere, a pochi chilometri dai Castelli, ma già in provincia di Latina, in terre bonificate in epoca fascista, ha sede l’azienda Casale del Giglio, condotta da Dino Santarelli, che delizia il palato con bianchi quali Antinoo e Petit Verdot e rossi come il Madreselva e il Mater Matura. Il Lazio enologico è però tutt’altro che limitato ai Castelli. Particolarmente rilevante è il ruolo assunto dalle aziende che hanno puntato sul recupero e rilancio dei vitigni autoctoni. La Casale Cento corvi, sul litorale tirrenico a nord della Capitale, si è distinta per il recupero dell’uva giambrusca con cui realizza il rosso violaceo Giacchè. Nelle cantine inserite nel suggestivo borgo medievale omonimo, la Torre in Pietra della famiglia Antonelli fa maturare il Rosso Lazio Igt e il Tarquinia, rosso vellutato, rosato beverino, ma di carattere, bianco di spessore. A Cori, sulle colline in provincia di Latina, l’azienda biologica di Marco Carpineti produce un sapido Lazio bianco e soprattutto il Lazio Os Rosae, dall’insolito colore salmone e dal gusto intensamente persistente. Ancora più nell’interno della regione, a Olevano Romano, le Cantine Ciolli realizzano, tra l’altro, l’eccellente Cirsium, un rosso Cesanese mentre, sulle colline tra Anagni e Acuto, l’azienda Casal della Ioria di Paolo Perinelli valorizza i vini della Ciociaria: Cesanese del Piglio ()che ha ottenuto l’anno scorso la prima, e per ora l’unica, Docg laziale), Torre del Piano, Passerina del Frusinate Tres e Olivella, un vitigno riscoperto pochi anni fa. Poi, sul mare di Terracina, ai confini con la Campania, la famiglia PAndolfo (che a Pantelleria vinificava gfià in epoca borbonica e per decenni ha prodotto per il mercato francese dalla nuova residenza tunisina) conduce la Cantina Sant’Andrea, che dà il meglio con il Cireo bianco Riflessi e il rosso Preludio della Notte...

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