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Il Mondo

Chi fa vino campa 600 anni ... Cantine & dinastie. L’espansione (dalla Toscana alla California) della Marchesi Antinori... Oltre 200 ettari di vigneti nella Napa Valley, in California, culla della viticoltura degli Stati Uniti: è qui la tenuta Antica dei Marchesi Antinori. “È la più grossa proprietà unica in un’area straordinaria, sull’altipiano della Vaca Mountains, che ricorda molto la nostra Toscana, con un territorio ideale per la vite e un microclima particolare, condito da uno spirito allegro e pionieristico”, dice al Mondo Albiera Antinori, vicepresidente della Marchesi Antinori, il più importante gruppo vitivinicolo privato del mercato nazionale (2.300 ettari vitati, 18 milioni di bottiglie, 120 milioni di fatturato 2009), da 600 anni e 26 generazioni in mano alla sua famiglia. “Quella nella Napa è una storia di amore e di pazienza”, racconta la primogenita di Piero Antinori, presidente della maison, alzando per la prima volta il sipario sull’importante iniziativa realizzata oltreoceano. Un’avventura, avviata in punta di piedi 25 anni fa, in compagnia di due partner, l’inglese Whitbread e il francese Champagne Bollinger, diventata via via più importante fino ad assumere prima la proprietà esclusiva della tenuta nel 1993 e poi anche la gestione dalla fine del 2008. Un piccolo vigneto confinante, di circa 10 ettari, acquistato nell’attesa di prendere il comando dell’azienda, ha intanto permesso alla griffe fiorentina di realizzare i primi due vini battezzati Antica Napa Valley, entrati sul mercato nel 2007: “Un Cabernet Sauvignon e uno Chardonnay da uve che maturano in collina e hanno quindi più finezza ed eleganza”, sottolinea Albiera. Piccoli numeri per ora. Ma è appunto il primo passo di un progetto di pregio che sicuramente impegnerà più generazioni di una famiglia che ha il vino nel suo dna ed è quindi abituata ai tempi lunghi del mondo agricolo. “Non ci sono date da rispettare”, conferma Albiera. “Ma potenzialità da cogliere, con un lavoro attento e tranquillo, reimpiantando alcuni lotti, mettendo a fuoco ogni angolo di questa terra piacevole”. Tanto da costruirci la propria casa, la prima degli Antinori fuori dalla Toscana, a riprova dell’impegno che la famiglia intende dedicare a questa nuova frontiera operativa di cui si occupano in prima battuta il padre Piero e la sorella più piccola Alessia, impegnata sul fronte dello sviluppo commerciale, mentre la secondogenita Allegra segue l’area food. Del resto è ancora in California la Stag’s Leap, una delle aziende vinicole più importanti dell’intera Napa Valley, che Antinori ha acquisito nel 2006 in partnership con St. Michelle wine estate, il gruppo americano assieme al quale controlla anche la tenuta Col Solare, nello Stato di Washington, dove viene prodotto l’omonimo vino, tra i più originali della Columbia Valley. Se la piazza americana ha un posto di riguardo nei piani di sviluppo della Marchesi Antinori, non si fermano gli investimenti del gruppo sul mercato domestico, nonostante la perdurante congiuntura sfavorevole del settore. È stata appena inaugurata la cantina della tenuta Le Mortelle, azienda nella bassa Maremma, a un passo da Castiglion della Pescaia, con 160 ettari di vigneto e 15 di frutteti. E nuovi progetti di sviluppo e miglioramento tecnologico della struttura produttiva hanno riguardato la cantina di Santa Cristina a Cortona, quella del Castello della Sala in Umbria, di Tignanello e Solaia in Toscana, di Tormaresca in Puglia, per non dire della costruzione della cantina a basso impatto ambientale a Bargino, lungo la superstrada Firenze-Siena, che sarà ultimata nel 2012: la madre di tutti gli investimenti che il gruppo guidato dall’ad Renzo Cotarella ha realizzato fin qui, stimato nell’ordine dei 100 milioni di euro. “Sarà il nostro biglietto di visita per il pubblico”, spiega Albiera. “Un luogo dove i consumatori potranno conoscere tutte le fasi della produzione del vino e dell’olio”. E non solo. “L’obiettivo è fare di Bargino un polo di attrazione, con museo e ristorante, tale da creare movimento in tutta la zona, con vantaggi a cascata per gli artigiani dell’enogastronomia di qualità”. Insomma, è una leadership che non riposa sugli allori quella della casata fiorentina che, ciliegina sulla torta, da martedì 7 settembre, sarà presente con il suo rosso Solaia nella rosa dei vini più blasonati del mondo commercializzata dal sistema esclusivo dei négociant della Place de Bordeaux. Unico vino italiano, entrato nel ristretto circolo francese, assieme al Masseto della Tenuta Ornellaia. Ed è legato alla Francia anche l’accordo, ancora fresco di inchiostro, Antinori-Perrier Jouet per la distribuzione in Italia del famoso champagne che fa capo al gruppo Pernod Ricard.

Marchesi Antinori è il primo gruppo vitivinicolo privato in Italia controllato da 600 anni dalla famiglia: possiede 2.300 ettari di vigne e produce 18 milioni di bottiglie all’anno.

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