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Il Mondo

L’export salverà l’annata? ... Ricerca Banca MPS... Più 8% in volumi, ma anche in valore: nei primi mesi del 2010 l’export del vino italiano ha rialzato la testa rispetto alla flessione del 2009, grazie in particolare alla spinta nei Paesi emergenti (dalla Cina al Brasile, alla Russia) che hanno segnato uno sviluppo del 16,4%, contro il +2,4% realizzato nelle piazze europee. È quanto registra un recente studio dell’area ricerche di Banca Monte dei Paschi sul comparto vitivinicolo nazionale, ritenuto tra i motori della ripresa dell’export del Paese. I segni di ripresa del valore e soprattutto l’arresto della tendenza al ribasso dei prezzi, dopo una caduta delle entrate complessive di circa il 4% e una riduzione dei listini verso l’export dell’11% accusati nel precedente esercizio, non permettono però facili entusiasmi: “Il settore attraversa un momento critico che resta tale anche di fronte a spunti di ripresa”, sostiene Stefano Cianferotti, responsabile del servizio Research di Banca Mps. “Il recupero che si sta registrando è infatti a macchia di leopardo e riguarda solo i produttori che investono in marketing e promozione e che hanno una buona organizzazione distributiva: il resto del mercato invece continua a soffrire”. Secondo l’analisi dei ricercatori senesi, il futuro del settore, “ambasciatore dell’eccellenza dell’agroalimentare italiano nel mondo”, è legato a filo doppio proprio con l’andamento dell’export, visto il consumo crescente di vino in alcuni Paesi caratterizzati da un forte sviluppo e da una presenza sempre maggiore nel commercio mondiale. In primo luogo la Cina, che sta segnando incrementi a due cifre nei consumi di vino interno e nel valore delle sue importazioni. “In Asia il consumo del vino sta aumentando a una velocità quattro volte quella media mondiale”, precisa lo studio. Mentre le previsioni sono di un incremento del 25% da qui al 2013. Se in termini di valore l’export verso la Cina è di qualità (con un aumento del prezzo medio
dell’importato anche nel 2009), è invece più di massa quello verso la Russia, come dimostra l’incremento del 111% in volume e del 2,9% in valore totalizzato sempre lo scorso anno.

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