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Il Mondo

Quando il vino ha un’etichetta d’oro ... “Una quotazione di 80 mila sterline, pari a 105 mila euro, è la cifra più alta mai pagata per una singola confezione di vino italiano”, racconta Giovanni Geddes, ceo della Tenuta Ornellaia e ad della Marchesi de’ Frescobaldi, a cui fa capo la tenuta gioiello a Bolgheri. Protagonista dell’exploit è una bottiglia da 9 litri (detta Salmanazar) di Ornellaia, celebre rosso, ricercato dai collezionisti di tutto il mondo, che proprio quest’anno festeggia le sue prime 25 vendemmie. Per l’occasione le bottiglie dell’annata 2010 sono state decorate con un logo speciale in rilievo, serigrafato in oro e avorio. In più, nell’ambito del progetto Vendemmia d’artista, varato dalla maison bolgherese quattro anni fa, Michelangelo Pistoletto ne ha disegnato una serie limitata e numerata di grandi formati e otto lotti di questi sono stati battuti per oltre 280 mila euro all’asta benefica organizzata per il compleanno da Sotheby’s alla Royal opera house di Londra. “L’intero ricavato è stato devoluto alla Royal opera house foundation e a questo punto, grazie al progetto
Vendemmia d’artista, abbiamo potuto destinare 1 milione di euro al mondo della cultura che in un momento così difficile non può contare sul sostegno pubblico”, sottolinea Geddes.
Mecenatismo a parte, Tenuta Ornellaia ha nel suo portafoglio etichette di razza che si
rivolgono all’unica fascia di mercato che sta attraversando la crisi in scioltezza, quella del lusso. Oltre a Ornellaia, produce infatti anche il Masseto: ospiti di diritto entrambi dell’indice Liv-ex,
principale benchmark del mercato mondiale dei cosiddetti fine wine. Protagonisti di una crescita costante del loro valore (nell’ordine di centinaia di euro, secondo le annate), con incrementi fino al 200%, sono etichette al top che fanno status e procurano al collezionista-investitore ritorni superiori a molti impieghi tradizionali. “Quello del lusso è uno dei settori trainanti in Italia ed è molto importante che anche l’area agroalimentare sia parte di questa sfera privilegiata”, commenta Geddes. “Stiamo parlando di vini che, al di là della loro qualità intrinseca, fanno sognare e offrono in più la garanzia di un costante incremento di valore”.

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