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Il Secolo Xix

La proposta - «Bloccare il prezzo del vino» ... «Il vino italiano di qualità comincia a costare troppo al consumatore. Chiediamo ai produttori di bloccare per un paio d'anni i listini. Così sarà possibile individuare anche gli eccessi della distribuzione e della ristorazione». L'invito, provocatorio, arriva da Torino, dove è corso la terza edizione del Salone del Vino. A chiedere il congelamento dei prezzi è stato Daniele Cernilli del Gambero Rosso, secondo il quale solo un calmiere potrà portare ordine in un mercato dove si stanno moltiplicando ingiustificate fughe in avanti, che rischiano di allontanare dal vino anche le nuove fasce di consumatori, i giovani prima di tutto.«Bisogna tornare a consumi più equilibrati, cominciando dalla filiera distribuiva, però, perché il produttore non governa il prezzo. Occorrono semmai ricarichi giusti e prezzi equilibrati non dettati da mode e entusiami del momento», ha ribattuto Marco Caprai, giovane produttore umbro famoso per il Sagrantino di Montefalco, secondo il quale le aziende potranno anche «fare un passo indietro, ma senza diminuire la qualità». Dopo l'11 settembre, sotto i colpi della recessione internazionale, il vino italiano, che aveva vissuto un lungo momento magico di crescita in tutti i sensi (qualità, volumi e prezzo), ha subito una battuta d'arresto. «La grande ubriacatura è finita», ha sentenziato recentemente Piero Antinori, industriale del vino oltre che autore di costosi supertuscan. Il mercato tedesco ha subito un crollo del 30%. Tengono ancora gli Stati Uniti, ma su molti mercati le etichette più costose fanno fatica a essere collocate. Non solo, ma come ha osservato il giornalista Carlo Cambi, anche sui segmenti a prezzo basso, «che sono poi i volumi maggiori, incombe la concorrenza del vino dei Paesi emergenti, che possono praticare prezzi inferiori».Quanto alla ristorazione, il presidente dell'Ais (Sommeliers), Terenzio Medri, osserva che è normale al ristorante un ricarico del 100% sui vini di pregio e del 200% sui vini di basso costo: ricarico che viene giustificato con i costi che una cantina fornita e un servizio accurato comportano per il ristoratore. «Il 50% dei ristoranti italiani è in vendita», aggiunge Medri.A questo punto qualche ristoratore cerca dei correttivi. Come Andrea Alciati, figlio di Guido, che nel suo nuovo locale di S.Stefano Belbo propone per 40 etichette il vino a bicchiere. O come i 50 ristoranti piemontesi che hanno aderito all'operazione "Buta Stupa" che invita il cliente a portarsi via la bottiglia di vino che al ristorante non è riuscito a consumare.

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