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Il Secolo Xix

Vino doc contro mulini a vento. Ecologisti divisi fra Morellino e centrale eolica ... Una centrale eolica che il Comune vuole fortemente, e che i viticoltori rifiutano con altrettanta forza, divide persino gli ambientalisti. Italia Nostra ricorre al Tar contro il progetto di realizzare dieci mulini a vento che invece Legambiente appoggia: «Darà elettricità pulita a una vallata di 50 mila abitanti».

Siamo a Scansano, che per gli enofili equivale a dire Morellino: e insieme a Italia Nostra combattono alcuni noti produttori di vino, a cominciare da Frescobaldi. Ma il più combattivo è Jacopo Biondi Santi, che dagli eredi di Graham Greene ha comprato un castello con annesse terre, ora minacciate - soprattutto dal punto di vista paesaggistico - dalla centrale. «Non abbiamo nulla contro i parchi eolici - spiega Biondi Santi - ma chiediamo che vengano realizzati in zone non abitate e di minor pregio paesaggistico. Qui, invece, siamo di fronte allo scempio annunciato di una delle zone più belle e amate della Toscana».

Gli spagnoli di Gamesa, l'azienda cui è affidata la realizzazione della centrale, rispondono osservando che polemiche simili sono riconducibili a meri canoni estetici, del tutto soggettivi. Ma Biondi Santi insiste: «Per realizzare una centrale dove di vento tra l'altro ce n'è poco, si rischia di alterare l'equilibrio ambientale di una valle preziosa». La parola al Tar.


Una centrale eolica divide gli ambientalisti. A Scansano produttori di vino e Italia Nostra contro Comune e Legambiente

In paese la chiamano «la guerra dei mulini a vento». Finora a battersi contro il progetto della multinazionale spagnola Gamesa, autorizzata dal Comune di Scansano a costruire e gestire dieci torri per la produzione di energia eolica in località Poggi Alti, erano solo i produttori del vino Morellino, vanto di questo lembo della Maremma toscana e motore di un´economia in crescita da alcuni anni. Ma adesso, con la discesa in campo di Italia Nostra, che l´altro ieri ha deciso di presentare ricorso al Tar Toscana contro il “via libera” dell´amministrazione comunale, la vicenda della centrale eolica di Scansano diventa questione di rilevanza nazionale. E la guerra si allarga, perché a fianco del Comune di Scansano e degli enti locali senesi che hanno autorizzato la centrale, si schiera Legambiente.

«Dieci torri dell´altezza di 110 metri (3 metri in più rispetto alla cupola del Duomo di Firenze e poco meno del grattacielo Pirelli a Milano) situate - come spesso in Italia a cercare il vento che scarseggia - sul crinale più alto di una valle intatta della più bella e riposta Maremma grossetana, costituiscono - afferma Italia Nostra - un attentato al patrimonio paesaggistico italiano. Questo grande apparato industriale andrebbe a interferire direttamente con il Castello di Montepò, un maniero dell´XI secolo che domina da un poggio, al centro della valle». Di tutt’altro avviso i vertici di Legambiente: «Le dieci pale eoliche sorgeranno in un punto dove ci sono già i tralicci di un elettrodotto in compenso, consentiranno di approvvigionare con energia pulita quasi 50 mila persone».

Gamesa, azienda spagnola che opera nel settore aeronautico e dell´energia eolica con forte crescita in termini di fatturato (1.745 milioni) e utili (221 milioni di euro nel 2004), si presenta su internet con un motto suggestivo: «Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento». Ma a Scansano i mulini a vento di Gamesa hanno trovato un hidalgo non meno determinato, ma più concreto, di don Chisciotte: Jacopo Biondi Santi, un produttore di Montalcino che, convinto delle grandi potenzialità enologiche del territorio di Scansano, una decina di anni fa ha acquistato dagli eredi dello scrittore Graham Green il Castello di Montepò, reimpiantando vitigni e investendo nello studio dei terreni. Sulla sua scia altri produttori hanno investito a Scansano, contribuendo a rilanciare la viticoltura e il turismo. Oggi i produttori come Consorzio del Morellino, Caparzo, Cinelli Colombini, Frescobaldi, Mazzei, Le Pupille e Cooperativa del Morellino di Scansano sono sono coalizzati contro il progetto. «Qui - spiega Biondi Santi - siamo di fronte allo scempio annunciato di una delle zone più belle e amate della Toscana, per un risultato davvero scarso in termini di produzione energetica, vista la poca ventosità di queste colline». Gamesa difende così le sue centrali: «La percezione dell´impatto visivo sul paesaggio circostante è soggettiva e ciascun osservatore si forma una sua opinione personale circa la bellezza o la bruttezza delle torri, opinioni che raramente coincidono».

Deciso a dare battaglia fino in fondo è invece Carlo Ripa di Meana, presidente di Italia Nosta. «Adesso basta - esclama - sono stato a Scansano e al castello di Montepò per rendermi conto di uno scempio prossimo venturo che non trova alcuna giustificazione. Mi ha colpito in particolare la insostenibile aggressione che queste gigantesche macchine industriali porteranno alle linee purissime e severe del maniero». (arretrato de Il Secolo XIX del 3 maggio 2006)

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