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Il Sole 24 Ore

Il Primitivo di Manduria è l’apripista per Stati Uniti e mercati asiatici ... Una crescita costante... Ancora più Nord America e Cina, nei piani di espansione all’estero del vino più esportato della regione, il Primitivo di Manduria, una delle 27 Doc e delle 4 Docg della Puglia. A differenza di quel che è accaduto, in piena pandemia, a tutti gli altri vini della regione con export in frenata per la prima volta in 30 anni, il Primitivo di Manduria non conosce crisi ed è sempre più vino identitario della Puglia. Nel 2020 il Primitivo di Manduria è stato tra le prime quattro etichette italiane per incremento di consumi in valore, mentre in volumi la produzione ha raggiunto oltre 28 milioni di bottiglie e 21 milioni di litri (+ 26% del 2019) contro i 17 del 2018. La Dop rappresenta il 98,6% dell’intero imbottigliato ed il dolce naturale Docg l’1,4%. Il giro di affari nel 2020 ha raggiunto i 182 milioni di euro, contro i 147,5 del 2019. Le uve di questa campagna 2021, nonostante un andamento climatico altalenante, si presentano sane e la vendemmia dovrebbe essere di buona qualità. “Il Primitivo di Manduria - spiega Mauro Di Maggio, presidente del consorzio di Tutela che associa 57 cantine ed oltre 1500 viticoltori - è un vino che non conosce crisi soprattutto all’estero, ed è ormai una colonna portante della filiera enologica non solo pugliese, ma anche italiana”. I risultati del Primitivo Dop rimangono dunque solidi, nonostante il blocco dei nuovi impianti vitati per evitare crescite incontrollate ed i tentativi di imitazione (nel 2020 il consorzio ha bloccato tre marchi ingannevoli in Italia, uno in Svizzera e l'altro in Sud Africa). Il lavoro nelle cantine associate ha standard sempre più elevati, cresce anche l’enoturismo ed il territorio fa sistema, anche contro i tentativi di drenare superfici utili per impianti fotovoltaici ed eolici. E si punta sempre più anche ai rosati, di particolare appeal internazionale. Si pensa anche ad allargare la gamma con un rosato, ma non solo Salento Doc, “perchè -dice Di Maggio - è un po’ poco, il rosato à una risorsa che va sfruttata meglio”.

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