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Il Sole 24 Ore

Con “Anteprime” i vini della Toscana tornano in vetrina … Per la Toscana il vino non è solo il principale prodotto agroalimentare della regione e una importante voce dell’export (1,13 miliardi di vendite all'estero nel 2021, in crescita del 16,4% sul 2020, terza regione italiana dopo Veneto e Piemonte). È anche un elemento strategico del paesaggio e un formidabile canale di attrazione turistica, sempre più spesso alla base delle strategie di comunicazione e di marketing. È proprio per promuovere i vini toscani che da anni la Regione Toscana, insieme con la Camera di commercio di Firenze e con i consorzi di tutela dei maggiori vini, organizza le “Anteprime di Toscana”, occasione di confronto, scambio e assaggio delle nuove annate in commercio da parte di enoteche, ristoranti, stampa e, in qualche caso, del pubblico. La pandemia anche quest’anno ci ha messo lo zampino e le “Anteprime” sono slittate al 19-25 marzo ma senza perdere di appeal nonostante i cambiamenti. Il primo – e quello che più salta agli occhi – è l’assenza del Brunello di Montalcino, uno dei vini più prestigiosi, che ha preferito anticipare (al novembre scorso) la presentazione delle proprie etichette, fatta come sempre nella zona di produzione. La seconda novità è rappresentata dai consorzi più piccoli e meno conosciuti – “emergenti” come amano definirsi – che si sono messi insieme per mostrare “L’altra Toscana”, cioè una varietà di territori e denominazioni, alcuni ricchi di tradizione altri giovani e alternativi, che vanno dal Carmignano al Cortona, da Orcia a Terre di Casole, da Valdarno di Sopra a Terre di Pisa, fino a Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecucco. La terza novità è il mancato abbinamento delle “Anteprime” con “Buy Wine”, la rassegna di incontri tra piccole aziende vinicole toscane e buyer internazionali organizzata sempre dalla Regione Toscana, che quest'anno si è svolta in febbraio. Per il resto la formula delle “Anteprime” è la stessa: dopo la giornata di apertura domani, si susseguiranno le presentazioni delle etichette di Chianti e Morellino alla Fortezza da Basso di Firenze (il 20); Chianti Classico alla Stazione Leopolda di Firenze (21-22); Vernaccia a San Gimignano (22-23); Nobile a Montepulciano (23-24); vini dell’ “Altra Toscana” nel complesso di Santa Maria Novella a Firenze (il 25). Il sentiment dei produttori vinicoli – almeno di quelli più grandi e strutturati - fino allo scoppio della guerra in Ucraina era positivo, rinfrancato da un 2021 che si è chiuso brillantemente. Secondo il consorzio Avito - che riunisce i maggiori consorzi di tutela vini della Toscana e raccoglie i dati sugli ettolitri immessi in commercio attraverso il rilascio delle fascette di Stato – il 2021 si è chiuso a +10%, toccando 2 milioni e 119mila ettolitri, record di vendite mai raggiunto fino a oggi.La performance migliore (+27%) è quella del Brunello di Montalcino (che pesa 85.238 ettolitri), seguito da Nobile di Montepulciano (+22% con 51.780 ettolitri), Chianti Classico (+21% a 282.559 ettolitri) e vini Orcia (+20% con solo 1.865 ettolitri). Crescita a due cifre anche per Vernaccia (+16% a 38.112 ettolitri), Maremma Toscana (+16% a 51.468 ettolitri), Valdarno di Sopra (+17% a 1.306 ettolitri), Bolgheri (+10% a 53.903 ettolitri), Rosso di Montalcino (+10% a 34.149 ettolitri).
Le due voci dai volumi più “pesanti”, Igt Toscana e Chianti, hanno chiuso l’anno con +9% (con 700.987 ettolitri) e +5% (con 722.690 ettolitri). L’unico vino in contrazione di volumi è il Montecucco (-26% a 5.965 ettolitri).L’andamento 2021 delle bottiglie (+10% in volume) e dell’export (+20% in valore) fa ipotizzare un aumento dei prezzi, che però non coinvolge tutte le denominazioni (e potrebbe in parte essere legato all'esportazione di vini prodotti altrove). Di sicuro c’è all’orizzonte l’aumento di 600 ettari di vigneti (pari all’1% del potenziale viticolo regionale), assegnati da Bruxelles alla Toscana: le domande sono aperte fino al 31 marzo e, come sempre, saranno di gran lunga superiori all’offerta.

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