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Il Sole 24 Ore

Un wine club all’italiana per fidelizzare clienti e amatori dei vini top … Antinori e gli altri… L’emergenza Covid ha dato la spinta alla nascita o al consolidamento di fenomeni nuovi. Il settore del vino ha visto ad esempio una forte accelerazione dell’e-commerce, che prima non aveva neanche la dimensione della nicchia. Inoltre nella fase della messa al bando degli incontri in presenza, sono aumentate le forme di comunicazione virtuale. Tra queste si è rafforzata l’esperienza dei wine club un fenomeno già da tempo affermato nei paesi anglosassoni e che vede la creazione di club chiusi di estimatori di una cantina che in virtù del loro status di soci accedono a offerte promozionali o eventi speciali. Se per molte cantine la fase della pandemia e del lockdown ha portato al debutto nel segmento dei wine club, per qualcuno che era partito prima ne ha invece segnato lo sviluppo e la trasformazione da circolo esclusivo a strumento quasi pop. “Il nostro wine club era nato prima della pandemia - spiega la presidente della Antinori, Albiera Antinori - e nella fase del lockdown abbiamo deciso di aprirlo: non più un circolo chiuso ma un’opzione aperta a chi voglia partecipare. Così in breve tempo abbiamo superato la soglia dei 20mila soci. Uno strumento che utilizziamo per restare in contatto con chi ci scrive, viene in cantina o ci cerca al ristorante. Ogni tanto ci sono offerte particolari come ad esempio 30 bottiglie che altrimenti si trovano solo alla Bottega del Tasso (Guado al Tasso, Bolgheri, Livorno) e che diventano accessibili a chi è lontano. Spesso c’è un limite agli acquisti soprattutto per le bottiglie premium: massimo tre di Tignanello e quando è finito è finito”. Insomma, per Antinori, una delle principali cantine private italiane (240 milioni di fatturato nel 2021) il wine club è un canale in più che presenta la peculiarità di entrare in contatto coni consumatori e spesso avere indicazioni di prima mano su nuovi trend di mercato. “È importante esserci e in maniera seria - aggiunge Albiera Antinori -. Certo non andrà a sostituire in tempi brevi le vendite normali che, tra l’altro, non è neanche il nostro auspicio. I wine dub ci consentono di offrire ai wine lovers visite in cantina, di partecipare a eventi, raccontano quello che succede in quella specifica vigna del vino che hanno comprato”. Con l’apertura effettuata da Antinori durante la pandemia il wine club “ha finito un po’ per coincidere con il nostro e-commerce privato, al quale poi vanno aggiuntele vendite sulle varie piattaforme specializzate per avere un reale spaccato delle nostre vendite on line. Al momento il wine club rappresenta appena lo 0,3% delle vendite italiane ma è una porta aperta che ci tiene in contatto con il mercato. Siamo convinti che in futuro potrà svilupparsi ulteriormente perché la vendita diretta offre ampie garanzie sulla qualità e non ultimo, aspetto sempre più importante per le bottiglie di pregio, offre garanzie sull’autenticità”.

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