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Il Sole 24 Ore

Vigne sui terreni dalla Xylella, la sfida in Salento della tenuta Liliana … “Personalmente ho aperto una sfida nel cuore del Salento devastato dalla Xylella che ha ‘ammazzato’ 20 milioni di alberi di ulivo”. Così Antonio Intiglietta, artefice a Milano da 27 anni di “Artigiani in fiera” - 3mila artigiani provenienti da 110 Paesi ed un milione di visitatori -, racconta la sua nuova avventura in Puglia. Al centro c’è l’agricoltura, con tenuta “Liliana”, e la produzione, a regime nel 2025, di 75mila bottiglie di vino con quattro, diverse linee di Cabernet Sauvignon, ma soprattutto la rigenerazione di un’area di 12 ettari tra Parabita e in parte ad Alezio, due comuni del Leccese. C’è già stata la prima vendemmia lo scorso anno: 7.000 bottiglie. “Sono pugliese di Brindisi, figlio di un contadino, ma sono a Milano dall’età di 6 anni e mi dichiaro orgogliosamente pugilese e milanese” dice Intiglietta. Alle quattro linee di Cabernet si affiancherà la produzione, su un ettaro, di Orange Wine (4.000 bottiglie), “che sarà unico per stile e gusto nel panorama salentino, riprendendo una tradizione di settemila anni fa in i Georgia” afferma Intiglietta. “La Xylella - prosegue - ha snaturato la caratteristica am-bientale e naturale del Salento e a io ho deciso di fare questa vigna - piantandola in zone rocciose, - laddove c’erano alberi colpiti li dalla Xylella, per ottenere una, rigenerazione ambientale attraverso l’agricoltura. Abbiamo - spaccato le rocce, triturandole con la terra rossa, rigenerato vigneti desueti, ricostruito campagne con ulivi morti”. “Insomma - aggiunge Intiglietta - abbiamo generato ricchezza laddove c’era la desolazione. E lo prova il fatto che un’ape regina ha creato la sua arnia in una nostra vigna, si vede quindi l’effetto rigenerativo”. Ci sarà anche una cantina e all’interno di una cava di tufo ripulita dall’inquinamento. Intiglietta sta investendo 1o milioni nell’operazione che si articola su due azioni. La prima riguarda la creazione di una share company. “Ci sono già io sottoscrittori partners - afferma Intiglietta - e altri 16 ne arriveranno. Si tratta di operatori a livello mondiale, di appassionati del vino, che vengono dagli Stati Uniti, dal Texas alla California, a varie nazioni europee. La loro partecipazione mi interessa non solo sul piano di quote più impegnative ma anche e soprattutto su quello della distribuzione. Si va da 12.500 euro l’anno con l’acquisto di una botte, pari a 300 bottiglie, a 5.000 euro l’anno e tre botti per 900 bottiglie”. La seconda azione, invece, riguarda il lancio di un crowdfunding (su CrowdFund-Me unica piattaforma quotata a Piazza Affari) che si è prefisso un obiettivo di 250mi1a euro ma che ha già traguardato 120 mila euro con 87 investitori partecipanti. La quota di adesione parte da 250 euro. Per lntiglietta, “il crowdfunding è un’azione popolare perché se il mondo deve a cambiare e il problema da affrontare è la rigenerazione ambientale, bisogna allora creare un modello di partecipazione. Trasformando la terra incolta in un modello per tutti tra bellezza, agricoltura, ambiente e coltura”. Ma perché il Cabernet Sauvignon in una terra celebre per Primitivo e Negramaro? “Pierre Marie Guillaime, leader mondiale nel mercato delle barbatelle di vite, ha pensato, insieme all’enologo Andrea Fattizzo - afferma Intiglietta -, ad un vino di eccellenza che sarà unico nel sud genere unico ed assumerà tutte le caratteristiche del territorio salentino. Una produzione che avrà la sua autenticità in quel terreno, con quelle rocce, quel sole e quel vento”.

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