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Il Sole 24 Ore

Export di vino in frenata: Usa, Germania e Uk a -11% ... Mentre i dati Istat sull’export di vino italiano sono ancora fermi al rotondo +12% nei primi quattro mesi dell’anno, di fatto emergono già i primi preoccupanti campanelli d’allarme. A farli risuonare è l’Osservatorio Unione Italiana Vini-Vinitaly che ha elaborato i dati Nielsen relativi alle vendite, nel primo semestre del 2022, nella grande distribuzione sui tre principali mercati per il vino made in Italy ovvero Stati Uniti, Germania e Regno Unito. E secondo i dati dell’Ossevatorio Uiv-Vinitaly nel primo semestre del 2022 la performance in volume del vino italiano in questi tre paesi chiave per l’export made in Italy e stata di un meno 10,6% rispetto al primo semestre del 2021. Leggermente migliore il dato relativo al fatturato che grazie all’ottimo rapporto quanta prezzo ha limitato i danni a un meno 8,1% per un giro d’affari complessivo di 2,26 miliardi di euro. Nel dettaglio la flessione registrata è stata rispettivamente del 7,5% negli Usa, del 10,5% in Germania e del -14% in Uk. “La contrazione - spiegano all’Unione Italiana Vini - ha riguardato tutte le principali denominazioni del Belpaese. Negli Stati Uniti ha perso terreno persino il Pinot Grigio da sempre uno dei portabandiera del vino italiano Oltreoceano visto che rappresenta quasi la metà delle vendite di vini fermi, esclusi cioè gli spumanti. Il Pinot Grigio italiano infatti ha lasciato sul terreno il 3% venendo superato in termini di giro d’affari negli Usa dal Sauvignon Blanc neozelandese”. Ma in pesante difficoltà negli Stati Uniti sono apparse anche altre etichette chiave del vino italiano come il Lambrusco e il Chianti che hanno visto calare le proprie vendite nella grande distribuzione Usa rispettivamente del 16 e dell’11% . Che i segnali arrivati non siano da prendere sottogamba è testimoniato anche da un altro pesante campanello d’allarme: la battuta d’arresto del Prosecco nel Regno Unito. Un calo che va a infrangere il trend di crescita esponenziale degli ultimi anni. Una cavalcata che non si è interrotta neanche nel corso della pandemia né con la Brexit: il Prosecco nel Regno Unito nei primi sei mesi dell’anno ha perso 18% delle vendite. In flessione Oltremanica anche altre etichette italiane dal Pinot Grigio (-9%) al Sangiovese (-22%), dal Primitivo (-18%) al Montepulciano (-15%). In controtendenza in Gran Bretagna solo i vini rosati (+12%). “In Germania - segnalano dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly - il Primitivo, re delle vendite tricolori, cede oltre il 19% dei volumi acquistati, mentre fanno ancora peggio il Pinot grigio (-18%), il Nero d’Avola (-24%) e il Chianti (-19%). In controtendenza invece il Grillo (+6,5%) e i rosè (+9%)”. “C’è un delta rilevante - ha spiegato il segretario generale dell’Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti - tra i dati export registrati in questo avvio di anno e gli effettivi consumi riscontrati nella distribuzione organizzata che - è bene ricordarlo - nei top 3 mercati incide in media per circa il 70% delle vendite complessive di vino importato. Il timore è che la contrazione dei consumi determini, nel momento in cui le bottiglie restano sugli scaffali, un rallentamento dei nuovi ordini nei prossimi mesi, ancor più quando il peso dell’inflazione si farà sentire più nettamente anche nella grande distribuzione internazionale. Le speranze sono riposte nel canale della ristorazione che risulta in netta risalita, e si spera possa così attenuare il più possibile l’effetto di una congiuntura che non ci sta aiutando”.

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