Vino, tiene la produzione. L’export sale a 3,8 miliardi … Valori spinti dall’inflazione mentre resta piatto il trend dei volumi esportati… La siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso la vendemmia: secondo le previsioni dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, la produzione italiana di vino dovrebbe attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno e ila% in più rispetto alla media dell’ultimo quinquennio. Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo. Quello del fatturato, però, rimane in casa francese: “I vigneti italiani - ricorda il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi - registrano performance nettamente inferiori rispetto a quelle francesi, che hanno una redditività tripla per ogni ettaro coltivato, pari a 16.600 euro contro 6mila e per ogni ettolitro prodotto , pari a 294 contro 82 euro. Serve fare ancora strada per garantire una remuneratività direttamente proporzionale alla qualità prodotta”. Sul fronte del mercato, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro, il13,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il trend dei volumi esportati resta piatto. A crescere parecchio però è anche il prezzo medio, che a causa dell’inflazione sale del 13,1% con punte addirittura del 18% negli Stati Uniti: il risultato è che Oltreoceano, nel principale mercato per l’esportazione vinicola made in Italy, la crescita in valore è del 13,3%, ma i volumi sono in contrazione del 3,8%. La classifica delle regioni italiane per produzione di vino è ancora capeggiata dal Veneto, nonostante il calo de13%: con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre un quinto del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, mentre il calo maggiore è della Lombardia (-2o%), seguito da quello più moderato del Piemonte (-9%); la Sardegna (+15%) è la regione che, rispetto al 2021, vede la produzione aumentare di più, seguita dalla Toscana con +12%. La qualità delle uve? “Va da buona a ottima. Mai come in questa stagione- sostiene Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi - il giudizio è totalmente a macchia di leopardo. Fortunatamente in agosto, su granparte del Paese, sono arrivate delle piogge che non hanno procurato danni. Da qui alla fine di settembre confidiamo in un tempo soleggiato e caldo il giusto”. A pesare sulla vendemmia 2022 sarà di certo la crescita dei costi: secondo la Coldiretti, la media degli aumenti si aggira intorno al 35%. I rincari vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio, dal +50% del vetro per le bottiglie fino al +40% dei tappi. La fiammata riguarda anche i macchinari, soprattutto quelli in acciaio prevalenti nelle cantine, così come i trasporti: i costi di quelli su gomma sono cresciuti del 25%, ma quelli dei container e dei noli marittimi sono schizzati tra i1400% e il 1000%. Secondo l’associazione degli imprenditori europei del vino Ceev, nel resto del Vecchio continente i vigneti non hanno tenuto tutti allo stesso modo. Con 44milioni di ettolitri, per esempio, la Francia registra una crescita del 3,5% sulla media dell’ultimo quinquennio, mentre in la Spagna a causa dell'eccessivo caldo è prevista una contrazione del 16%. I cambiamenti climatici tagliano la produzione anche nell’emisfero Sud, con la raccolta di uve in flessione in Argentina (-10,4%), in Australia (-13,3%) in Cile (-7,5%), in Nuova Zelanda (-29,5%) e in Sudafrica. Tutti competitor importanti delle bottiglie italiane sui mercati internazionali.
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