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Il Sole 24 Ore

Brunello, sale il prezzo ma le vendite corrono … La forza di un brand e di un prodotto si misura dalla capacità di avere successo sul mercato anche se presentato in maniera anonima, perché la sua notorietà travalica anche la presenza di un’etichetta. E quanto avviene al Brunello di Montalcino che spunta oggi quotazioni record (circa 1.300 euro a ettolitro, 13 al litro per il solo vino) persino per il vino venduto sfuso, da imbottigliare. Un dato che più di altri segnala l’ottimo stato di salute di una delle denominazioni clou del vino made in Italy. “Se un imbottigliatore acquista vino sfuso a quei prezzi - ha spiegato il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - è il segno che è sicuro di venderlo, che lo ha già collocato sugli scaffali”. Certo la situazione è difficile e anche all’interno di una Docg in grande salute si fanno i conti con rincari dei costi energetici, di imballaggio e trasporto e con una pressione promozionale della grande distribuzione che non risparmia neanche vini premium. “La sorpresa è - aggiunge Bindocci - che dopo il biennio di sold out registrato con due annate molto celebrate dagli esperti (la 2015 e la 2016) temevamo di dover fronteggiare un risveglio più complicato. E invece stiamo notando che sta crescendo l'interesse anche per l’annata 2017, considerata da molti normale”. Tutti elementi che saranno al centro della manifestazione dei produttori “Benvenuto Brunello”, a Montalcino dall’11 al 21 novembre e alla quale prenderanno parte circa 137 cantine. La corsa della Docg senese non accenna a fermarsi. Secondo i dati dell’Osservatorio prezzi del Consorzio, la crescita tendenziale a settembre ha fatto segnare in valore un +21,5%, con un balzo del prezzo medio tra prodotto di “Annata” e “Riserva” - ora vicino al 27 euro alla bottiglia franco cantina (+14%, con punte di oltre il 24% negli Usa). Molto bene la domanda interna, che si conferma in forte ascesa con una crescita dei volumi commercializzati che supera il 17%, con i valori a +31 per cento. Ma è anche quasi tutto l’estero a tirare (va sui mercati internazionali circa il 70 % della produzione), a partire dagli Stati Uniti, dove con il dollaro forte ha pesato meno il rialzo del valore medio (+25%), a fronte di volumi stabili. Dietro agli Usa, che da soli valgono in valore il 33% delle esportazioni, vola la domanda canadese (+27%) e cresce in doppia cifra anche la Germania, che supera la piazza del Regno Unito, unica tra le big in difficoltà (-15%). La proiezione sui dodici mesi del 2022, secondo il Consorzio, porta a un valore complessivo delle vendite di Brunello vicino ai 25 milioni di euro. In forte progresso anche le vendite del Rosso di Montalcino, con rialzi sia in valore (+20%) che in volume (+9%). “Quella del Rosso di Montalcino - ha aggiunto il presidente del Consorzio - è un’altra specificità della nostra Docg. Innanzitutto, si tratta di un secondo vino, del quale se ne producono 4 milioni di bottiglie, contro le 9 del Brunello. E questa è una nostra caratteristica che ci differenzia ad esempio dei francesi che del secondo vino producono molto di più dell’etichetta di punta. Un prodotto meno pregiato, ma che comunque viene esaurito ogni anno. Insomma, ne produciamo meno di quanto il mercato sarebbe disposto a comprarne. Prima o poi dovremo discutere su come allargare anche questa produzione”.

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