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Il Sole 24 Ore

Una deriva pericola che l’Italia deve fermare … Anni fa era in voga il fortunato slogan televisivo di un dentifricio che consigliava: “Prevenire è meglio che curare”. Uno slogan che andrebbe ricordato alla Commissione Ue che invece, in tema di agroalimentare, ha deciso che “condizionare, se non terrorizzare, è meglio che educare”. Questo è l’atteggiamento dietro il via libera agli alert salutistici in etichetta su vino, birra e alcolici previsto da una legge irlandese approvata ieri da Bruxelles con un semplice “silenzio-assenso”. Il tentativo di mettere vino e alcolici sul banco degli imputati, come avvenuto qualche tempo fa con tabacco e sigarette, sta ronzando da mesi sulle politiche comunitarie. Si è affacciato prima nella strategia Ue contro il cancro (Beating Cancer Plan) che prevedeva appunto bollini neri in etichetta ma che è stata stoppata. Ha rifatto “capolino” qualche mese fa quando a Bruxelles è stato proposto di escludere dagli incentivi comunitari alla promozione sui mercati extra-Ue il vino (ancora lui) e le carni rosse, perché Bruxelles “non può investire risorse nella promozione sui mercati di prodotti che arrecano danno alla salute umana”. Tentativo anch’esso respinto. Ma ora la breccia è stata aperta con la legge irlandese. C’è solo un piccolo particolare: non è affatto dimostrato che il semplice consumo di tali prodotti arrechi un danno alla salute. Anzi, stanno aumentando gli studi che dimostrano invece i benefici effetti sulla salute di un consumo moderato di vino. II punto è che Bruxelles ignora del tutto che esista una possibilità di consumo moderato di vino, come fa finta di ignorare che il consumo pro capite di alcolici è in costante calo. Secondo uno studio Uiv (Unione italiana vini), il consumo di alcol pro capite ha subito nell’ultimo decennio un decremento medio annuo del 3,2% in Italia, dell’1,8% nel Regno Unito, dell’1,4% in Francia e Paesi Bassi e dell’1% in Germania. Il fenomeno dello sballo, particolarmente diffuso nel Nord Europa, va combattuto senza tentennamenti, ma non penalizzando il resto dei consumatori europei. Inoltre, la logica degli alert sul vino rientra appieno nell'ideologia alla base del Nutriscore, l'etichetta a semaforo. Altro sistema costruito a tavolino senza tenere conto della realtà e che commina un “rosso diretto” all'olio d'oliva solo perché ioo grammi di extravergine (la porzione base adottata per tutti gli alimenti esaminati dal Nutriscore) “fanno male alla salute”. Conclusione che, benché lapalissiana, non tiene in considerazione che ioo grammi di extravergine in un unico pasto non li consuma neanche un pazzo che voglia sballarsi con un’insalata.

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