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Il Sole 24 Ore

Vinitaly, tornano i buyer cinesi ed è record di stranieri:+43% … Non cala l’appeal del vino italiano. A meno di venti giorni dall’avvio della 55ma edizione di Vinitaly (a Verona dal 2 a15 aprile) si registra un vero e proprio boom di buyer esteri. Grazie al lavoro svolto nei mesi scorsi da Veronafiere e Ice Agenzia sono infatti oltre mille i “superacquirenti” esteri di vino selezionati e confermati (+43% rispetto allo scorso anno). Operatori che provengono da 68 Paesi, dagli Usa all’Africa, all’Asia con il grande ritorno, dopo le difficoltà legate alla fase pandemica, di Cina e Giappone (ben 130 i buyer accreditati dalla Cina), ma con una forte presenza anche da Sudamerica e Europa. Numeri molto attesi soprattutto da parte delle oltre 4mila cantine espositrici. Secondo Veronafiere ci sono ottimi presupposti per superare in termini di partecipazione degli operatori i numeri di Vinitaly zozz che chiuse con z5mila buyer da 139 Paesi: ‘128% del totale operatori giunti lo scorso anno a Verona. “Si tratta di un risultato storico - ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo - frutto di un importante roadshow globale svolto nei mesi scorsi e che ha coinvolto i principali player istituzionali della promozione del made in Italy. Un deciso cambio di passo, in termini di investimenti e organizzazione, fortemente voluto dalla nuova govemance con l’obiettivo di accrescere la competitività di Vinitaly in Italia e nel mondo”. La delegazione complessivamente più nutrita (con oltre 2oo operatori) è quella del Nordamerica con importatori che operano tanto negli Stati Uniti quanto in Canada con nuovi arrivi dalla grande distribuzione del Midwest e dai vertici della Nabi (National association of beverage importers, l’associazione degli importatori di vino negli Usa). Undici invece i buyer della Société des Alcools du Quèbec (Saq) e del Liquor control Board of Ontario (Lobo), due dei più importanti Monopoli canadesi (in Canada infatti alla pari dei paesi del Nord Europa gli acquisti di vino sono effettuati da un monopolio di Stato). “Siamo convinti - ha spiegato l'amministratore delegato di Veronfiere, Maurizio Danese - che la strada maestra per lo sviluppo del vino italiano sia sempre più quella dell'export. Un export che negli ultimi io anni vede il vino tra i comparti del made in ltaly a maggior tasso di crescita e una bilancia commerciale sempre più determinante per il sistema Italia. Per questo, Vinitaly 2023 accelera il percorso di rinnovamento del format che sarà sempre più smart e funzionale alle esigenze delle aziende”. Grande attesaper il ritorno della Cina che, dopo i lockdown e i divieti prolungati, è pronta a riprendersi il proprio status di colosso emergente. Una selezione, quella realizzata dalla sede operativa di Veronafiere a Shangai unitamente agli uffici operativi della joint venture a Shenzen, che tra gli altri porterà a Vinitaly i primi venti importatori nazionali per volume e valore come Cws, Interpocrom e Asc, i principali gruppi di primo livello dell’horeca, da Vino Bento a Wine Universe e Gruppo Bottega fino Lady Penguin e Vinehoo, le piattaforme di e-commerce più referenziate.

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