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Il Sole 24 Ore

Vino, Argea cresce per linee esterne: nel mirino Bolgheri e la Valpolicella … Un giro d’affari di oltre 455 milioni di euro (in crescita del 2,3%) e oltre i6o milioni di bottiglie vendute. Sono i numeri del bilancio di Argea, la società nata dalla fusione di Mondodelvino e del Gruppo Botter controllata dal fondo Clessidra, che nel corso del 2022 ha anche concluso l’acquisizione di una delle cantine simbolo dell’Abruzzo vitivinicolo: Zaccagnini. I numeri sul fatturato, che saranno comunicati nei prossimi giorni, sono al netto dell’acquisizione. Considerando infatti nel computo anche Zaccagni ni la crescita sarebbe stata dell’8,3 per cento. “Il 2022 è stato un anno di consolidamento - spiega l’ad di Argea, Massimo Romani – tutt’altro che scontato perché venivamo da un 2021 in cui avevamo messo asegno una crescita del 25% e perché lo scorso anno abbiamo dovuto affrontare una congiuntura difficile con l’esplosione dei costi produttivi e di trasporto. Basti ricordare che nel corso del 2022 ci siamo visti notificare 4 incrementi del prezzo del vetro e un nuovo ritocco è già avvenuto anche nel 2023. E nonostante queste difficili condizioni abbiamo migliorato ancora le nostre performance aggiungendo l’acquisizione di Zaccagnlni”. Argea ha ottenuto questi positivi risultati grazie alla forte presenza nell’universo degli spumanti, segmento che continua il trend positivo messo a segno negli ultimi anni in particolare sui mercati esteri. “Sono in atto -aggiunge Romani - alcune tendenze ben delineate nel mondo del vino: gli sparkling vanno meglio dei vini fermi, i bianchi meglio dei rossi e i vini a bassa gradazione meglio di quelli corposi e con maggiore contenuto di alcol. E noi negli spumanti siamo presenti con tre differenti tipologie: il Prosecco (soprattutto Doc e della Docg Colli Asolani), l’Asti e il Metodo Classico Alta Langa (in particolare con l’etichetta Cuvagc)”. Complessivamente Argea vende 160 milioni di bottiglie. Circa un centinaio fanno capo a Botter con in prima fila tra Prosecco, Primitivo e Pinot grigio. All’interno di questi macro aggregati poi ci sono il Prosecco Doc, quello Doc Rosé e quello Docg di Asolo, il Primitivo di Manclurla e il Primitivo Rosato, il Pinot Grigio e il Pinot Grigio Biologico. Ancora più articolato il portafoglio degli altri 60 milioni di bottiglie nei quali ci sono le produzioni piemontesi e siciliane portate in dote da Mondodelvino. Si va dal Moscatoalla Barbera, dal Barolo al Barbaresco e poi ci sono i siciliani di Barone Montalto (Nero d'Avola, Caricante, Nerello Mascalese). “La sfida - continua Romani - è ora riprendere le filadei mercati esteri. L’export rappresenta il 90% del nostro fatturato. Noi avevamo investito in una filiale in Russia, dove ora stiamo provando a mantenerele posizioni, e in una a Shangai dove prima dei Covid avevamo raggiunto buoni risultati. Adesso guardiamo al fermento nuovo in Cina testimoniato dal pieno di buyer cinesi attesi a Vinitaly. E poi ci aspettiamo che vada a regime l’acquisizione di Zaccagnini, cantina che crediamo abbia un grande potenziale ancora inespresso”. Ad Argea, infine, non ritengono conclusa la stagione del merger & acquisition. “Ci stiamo guardando attorno - conclude l’ad di Argea - alla ricerca di quelle geografie che ancora ci mancano. Come ad esempio la Toscana. Siamo più attratti da target emergenti che dalla prospettiva di essere presenti nei grandi classici. Per questo guardiamo a Bolgheri ad esempio. E poi ci interessa una presenza in Valpolicella ma qualcosa di compatibile con il nostro modello quindi una cantina con un potenziale ancora da sviluppare”.

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