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Il Sole 24 Ore

Produttori europei di vino contro la riforma del sistema Dop e Igp … Come se non bastasse l’offensiva anti alcol anche quella che dovrebbe essere un’occasione per rafforzare la competitività del vino europeo, ovvero la riforma del sistema delle denominazioni d’origine, rischia ora di trasformarsi in un ulteriore indebolimento per il settore. Ne sono convinti i produttori europei riuniti nell’Efow (European federation of origin wines) che associa le federazioni nazionali dei vini Dop e Igp di Italia (Federdoc), Francia (Cnaoc) Spagna (Cecrv) e Portogallo (Ivnp). A destare le maggiori preoccupazioni sono le due distinte proposte previste dalla riforma: la delega di competenze da parte della Commissione europea all’Euipo, ovvero l’ufficio per la proprietà intellettuale dell’Ue, e la segmentazione della politica di qualità del settore vinicolo in due distinti regolamenti. “In questa riforma così come è stata predisposta noi non vediamo alcuna opportunità. Siamo convinti – spiega il presidente dell’Efow, Bernard Farges produttore di vino a Bordeaux e figura di spicco del vino francese – di appartenere alla grande famiglia delle denominazioni d’origine e delle indicazioni geografiche, tuttavia, il mantenimento delle nostre norme all’interno della Politica agricola comune (Pac) ci ha consentito nel tempo di rivederle ogni 5-7 anni mentre l’ultima riforma delle Ig risale a oltre 10 anni fa. Bruxelles ora propone di dividere la politica vitivinicola sulle Ig in due distinti strumenti giuridici con alcune disposizioni che resterebbero nella Pac e altre invece demandate a un regolamento orizzontale sulle Ig. Un’ipotesi che riteniamo dannosa”. Il punto chiave secondo i produttori Ue è legato alla sensazione che il vino europeo ha di essere “sotto attacco”. “C’è una chiara volontà di emarginare il nostro settore – aggiunge Farges – e di metterne in discussione la propria legittimità rispetto a qualsiasi sostegno pubblico. Se l’obiettivo delle istituzioni Ue è delegittimare il settore e ostacolarne l’accesso al sostegno pubblico per motivi di salute, essere inseriti in un regolamento orizzontale sulle Ig può solo peggiorare la situazione. L’orientamento negativo di Bruxelles nei confronti dei prodotti di origine animale e di quelli contenenti zucchero, grassi, sale e alcol è chiaro. La maggior parte delle Ig del settore alimentare rientra in queste categorie”. Grande sorpresa ha destato tra i produttori l’ipotesi Ue di trasferimento delle competenze in materia di indicazioni geografiche dalla Dg Agri a Bruxelles all’Euipo, l’ufficio per la proprietà intellettuale che ha sede ad Alicante in Spagna. “Le Ig – continua Farges – non sono solo diritti di proprietà intellettuale, ma rappresentano una politica pubblica per lo sviluppo agricolo e rurale. Una politica per giunta di successo. L’Euipo invece è interessato solo alla proprietà intellettuale. Come può valutare le importanti disposizioni dei disciplinari delle Ig che vanno oltre la protezione del nome?”. A Efow inoltre respingono con fermezza l’accusa che la loro sia un’opposizione anzi una chiusura totale a ogni ipotesi di riforma che pure nel settore delle Ig del vino sarebbe necessaria. “Nel 2018 – dice ancora Farges– abbiamo lavorato con le istituzioni Ue per semplificare le procedure di modifica dei disciplinari. Ed è stato un vero successo”.

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