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Il Sole 24 Ore

Vino, in Abruzzo a oltranza la battaglia sul Montepulciano … Da quattro anni il Consorzio tutela vini della regione blocca il decreto sull’etichetta… Quell’etichetta non s'ha da fare. Sono quattro anni che il decreto ministeriale è pronto, e sono quattro anni che il Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo con il suo no lo blocca, impedendone l’approvazione all’unanimità da parte della Conferenza Stato Regioni. In palio c'è l’utilizzo esclusivo del termine “Montepulciano” sulle bottiglie: “Condividiamo lo spirito di favorire la trasparenza e l’informazione verso i consumatori -spiega il presidente del consorzio abruzzese, Alessandro Nicodemi - ma scritta così, la norma attuativa permette a chiunque produca un vino utilizzando uve divitigno Montepulciano di indicarlo grosso in etichetta, approfittando così ingiustamente della notorietà di una Doc come la nostra che è tra le più grandi di Italia e produce 12o milioni di bottiglie all’anno. Si tratta di una speculazione commerciale che non possiamo accertare”. Quella della Doc Montepulciano d’Abruzzo non è mai stata una vita facile. Prima la disfida con il Nobile di Montepulciano, giocata a suon di carte bollate per l’uso del nome: il vino toscano che fa riferimento a una cittadina del Senese, quello abruzzese che lo rivendica in quanto nome di un vitigno. E ora il tema delle etichette. Il pericolo paventato dal presidente del consorzio è reale: colvitigno Montepulciano sono fatti parecchi vini di Marche, Lazio, Molise e Puglia. Per esempio il Rosso Conero, o il Rosso piceno. Se tutti questipotranno scrivere grande in etichetta “Montepulciano”, la confusione sarebbe notevole e alto sarebbe il danno per il Consorzio, che ha investito molto in promozione e pubblicità, fino a dividersi con il Chianti la palma di prima Doc nazionale nella categoria vino rosso fermo. Anche Vermentino o Nero d’Avola, per intendersi, oltre che nomi di vino sono anche vitigni, ma per tutti questi il decreto ministeriale ha previsto una scappatoia: chi li vuole indicare in etichetta, dovrà ricorrere al sinonimo, che per esempio nel caso del Nero d’Avola è “uve Calabrese”. Tutto risolto allora? “No - spiega Nicodemi - perchè il vitigno Montepulciano un sinonimo ce lo aveva, Cordisco. Ma quando nel 1988 il ministero dell’Agricoltura ha informatizzato l’Albo dei vitigni, alcune pagine sono andate perse”. Ora il Consorzio d’Abruzzo ha recuperato i vecchi documenti, e a fine luglio li ha portati al ministero. Con la speranza di sbloccare, finalmente, il decreto.

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