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Il Sole 24 Ore

Vino, la Francia batte l’Italia e torna leader mondiale … Per la prima volta dopo anni la Francia tornerà il maggiore produttore mondiale di vino, scalzandola sovranità che l’Italia si era guadagnata. Se le stime sulla vendemmia in corso saranno confermate, dice la Coldiretti, la produzione nazionale sarà in calo del 14%, intorno ai 43 milioni di ettolitri, contro i 50 milioni registrati la scorsa stagione. Il 2023 entrerebbe così fra i peggiori anni della storia del vino made Italy degli ultimi 1oo anni, insieme al 1948, al 2007 e al 2017. In Francia al contrario, nonostante i danni da peronospora e da siccità, secondo le stime del servizio di statistica del ministero dell’Agricoltura francese la vendemmia dovrebbe attestarsi tra i 44 e i 47 milioni di ettolitri. Terza la Spagna, con circa 36 milioni di ettolitri. Persa la sfida sui volumi, l’Italia quest’anno può solo consolarsi con la qualità: con 635 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto ai francesi, le uve made in Italy sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a Denominazione di origine controllata, 76 vini a Denominazione di origine controllata e garantita e 118 a Indicazione geografica tipica. Per la vendemmia, sostiene la Coldiretti, molto dipenderà ancora dall’evoluzione delle temperature e delle precipitazioni. Cominciata ad agosto con le uve da spumanti Pinot e Chardonnay, la raccolta dei grappoli proseguirà a settembre e ottobre con la Glera per il Prosecco e con le grandi uve rosse di Sangiovese, Montepulciano e Nebbiolo, per concludersi a novembre con l’Aglianico e Nerello. Ma è un dato di fatto che il cambiamento climatico sta incidendo in maniera importante sulla produzione non sono di uva, ma di tutta l’agricoltura in generale. Sempre secondo i calcoli della Coldiretti il 2023 si candida a diventare il terzo anno più caldo mai registrato nella storia del Pianeta. La conseguenza sarà un’annata nera peri campi italiani, con perdite che supereranno i 6 miliardi subiti lo scorso anno. A causa del cambiamento climatico, sostengono gli agricoltori, quest’anno si registrerà un taglio del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino e fino al 63% delle pere, mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno. Secondo il National dimatic data centre in Italia la temperatura media dei primi sette mesi dell’anno è stata superiore di 0,67 gradi rispetto alla media storica, mentre in generale nel mondo la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani risulta addirittura superiore di 1,03 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. I primi sette mesi salgono sul podio dei più bollenti dietro, nell’ordine, al 2016 e al 2020. L’innalzamento record delle temperature nel nostro Paese è stato accompagnato da una media di quasi n eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato vittime e danni.

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