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Il Sole 24 Ore

Vino: il prodotto c’è, manca il mercato … “Madre Terra, l'agricoltura in podcast”, l’analisi su export in calo e vendemmia… Il vino c’è. Quello che manca è il mercato. Dopo le prime stime di di Ismea, Unione Italiana vini eAssoenologi che hanno previsto un calo della produzione del 12% e un’annata tra le più “leggere” degli ultimi anni - il settore ha di fatto elaborato senza drammi la probabile cessione dello scettro produttivo alla Francia. Ora però, nel bel mezzo della vendemmia, risuona un altro campanello, questa volta sull’export meno semplice da interpretare. Dopo una crescita ininterrotta negli ultimi 20 anni, fatta eccezione per il -2% registrato in piena pandemia, secondo i nuovi dati Istat sul primo semestre, l’export di vino italiano ha registrato una brusca frenata: -4% in valore. “Credo si tratti di un fenomeno congiunturale legato all’inflazione che ha eroso il potere d'acquisto dei consumatori”, ha spiegato Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana vini, nella prima puntata di “Madre Terra, l’agricoltura in podcast”. Il nuovo podcast settimanale di Radio 24 e del Sole 24 Ore curato e condotto da Rosanna Magnano con la collaborazione dei colleghi delle diverse testate del Gruppo Sole 24 Ore. La prima puntata - già disponibile su sito e app di Radio 24 e sulle principali piattaforme audio - fa il punto sulla “Vendemmia light che spacca l’Italia”, tra un Nord che resta stabile e un Sud in crollo verticale sulle quantità (si prevedono cali fino al -40%), colto di sorpresa dal ritorno delle malattie della vite (peronospora e oidio) scatenate da un andamento climatico anomalo, che neanche gli agricoltori più anziani ricordano, come raccontato i produttori del territorio intervistati nella puntata di Madre Terra. Ma il brusco risveglio della filiera è ora sulle spedizioni all'estero. Secondo Coldiretti, a spiegare in buona parte il calo del 4% in valore registrato a giugno è il crollo de17%o delle vendite negli Usa, primo mercato del vino made in Italy. “Un segnale che deve spingere le cantine italiane a cercare nuove nicchie di mercato - continua Frescobaldi - puntando magari sui giovani che al vino preferiscono ancora i super alcolici”. La sfida con i cugini francesi - che nel 2023 potrebbero soffiarci il primato produttivo - in realtà non è sui volumi ma sul valore. Infatti, per produzioni che in quantità si equivalgono la Francia fattura più del doppio dell’Italia perché il valore medio dei vini francesi è molto superiore a quello delle etichette italiane. Secondo Nomisma il prezzo di un rosso di Borgogna è di 28,6 euro a bottiglia, quello di uno Champagne 22,8 euro mentre d'altro canto quello di un rosso piemontese è 8,3 euro, di un rosso toscano 6,5 e quello del nostro campione di export, il Prosecco, è di appena 3,2 euro. Abbiamo recuperato terreno rispetto al passato ma la vera partita è tutta qui.

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