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Il Sole 24 Ore

Le aziende del vino verso un 2024 al centro di operazioni finanziarie… Il vino italiano forse si avvia a chiudere una delle stagioni meno brillanti degli ultimi anni. Di certo è un prodotto che più di altri ha pagato dazio all’ondata inflazionistica. Lo dicono i numeri con le etichette dei vini fermi a denominazione d’origine che hanno fatto una gran fatica sia in Italia che sui mercati esteri. Ulteriore tassello negativo la battuta d’arresto degli spumanti che nel recente passato avevano sempre fornito un contributo importante nel far svoltare in positivo i numeri congiunturali del settore. Uno scenario del genere dovrebbe far immaginare una perdita di appeal per il comparto ma invece non è così a giudicare dal grande interesse che si registra sul fronte del merger & acquisition con indiscrezioni che lasciano presagire un 2024 di grande fermento. Certo non per tutto e per tutti. A riscuotere l’interesse di potenziali investitori sono innanzitutto i territori e le etichette di qualità, meglio ancora, quelle premium, all’insegna di una parola chiave che già ha contrassegnato il mercato fondiario vitivinicolo nel 2023: posizionamento. C’è grande interesse per cantine con un posizionamento elevato. Ma non solo. Come avvenuto lo scorso anno con l’Abruzzo e con il suo vino principe, il Montepulciano, che ha registrato ben due operazioni di profilo medio alto (l’acquisizione da parte di Argea della cantina Zaccagnini e quella del fondo WhiteBridge della cantina Ulisse) anche nel 2024 gli investitori potrebbero andare alla ricerca di etichette e territori forse sottovalutati e che hanno un potenziale ancora da esprimere. Su questa falsariga, sulla base di rumors sempre più insistenti e che riguardano più di una trattativa, potrebbe essere la volta di un’altra regione e di un altro vino forse sottovalutati o non ancora conosciuti su scala ampia: le Marche e la loro etichetta principe, il Verdicchio. Ma andiamo con ordine e partiamo dal segmento premium. Un’operazione che sta prendendo corpo in questo scorcio finale del 2023 si snoda lungo due dei territori del vino italiano più vocati: la Toscana e il Piemonte. Al centro c’è un’azienda che nelle ultime settimane è stata sulla cresta dell’onda, la cantina Argiano, di proprietà del finanziere brasiliano, André Santos Esteves che con il suo Brunello di Montalcino dell'annata 2018 è stato da poco incoronato da Wine Spectator vino migliore al mondo 2023. Ma non è Argiano che ha in mente di capitalizzare i recenti successi della critica e passare la mano. L’azienda del finanziere brasiliano è infatti l’acquirente che avrebbe messo gli occhi su una cantina di punta del Piemonte: Castello di Nieve una delle cantine che hanno creato il mito del Barbaresco e che dopo la scomparsa a maggio scorso del suo fondatore Giacomo Stupino potrebbe essere ceduta o aprirsi a un socio esterno. Un’operazione che mette insieme due etichette di pregio e che ricalca quella effettuata di recente da un altro campione del Brunello, Biondi Santi che ha rilevato l’azienda del Chianti Classico, Isole e Olena. Ma i rumors di fine anno riportano grandi manovre anche in quella fetta del mondo vitivinicolo che viaggia sui binari dell’alta finanza. In queste ultime settimane si stava per profilare una vera svolta: l’uscita del patron della Diesel, Renzo Rosso, dalla cantina Masi Agricola, unica cantina italiana quotata in Borsa. Sembrava infatti essere stato raggiunto l’accordo per la cessione della quota del 10% del capitale in mano a Renzo Rosso mettendo così fine anche alla querelle giudiziaria tra le parti che ha preso corpo negli ultimi mesi. Ma proprio quando l’operazione era giunta al rush finale, secondo fonti vicine alla famiglia Boscaini, il deal è per ora saltato. E infine una curiosità. Le operazioni di merger & acquisition nel mondo del vino seguono le strade più varie e impreviste. Ma mai finora si era assistito alla messa in vendita di una cantina storica e con importante potenziale produttivo (oltre 300 ettari di vigneto) su un sito di annunci immobiliari. È accaduto in queste settimane quando il claim sulla vendita di una “rinomata azienda agricola sulle colline di Montepulciano” è comparso sul web site della Lionard Real Estate. Si tratta della storica azienda agricola del Nobile di Montepulciano, Poliziano. Le trattative sono però riservate.

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